Caos alla commemorazione sulla Strage di Bologna. Contestata la ministra Bernini: «Respingo ogni collegamento con il governo» – Il video
«Sono rimasta su questo palco dall’inizio alla fine proprio il profondo rispetto che a titolo personale e come rappresentante del governo nutro nei confronti dei familiari delle vittime. Devo però dire che non sono d’accordo né a titolo personale né come rappresentante del governo con qualunque riferimento fatto dal presidente Bolognesi all’attualità o all’attuale governo». Queste le parole della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, al termine della commemorazione della strage del 2 agosto 1980 a Bologna, in replica alle posizioni dell’associazione familiari delle vittime e del presidente uscente, Paolo Bolognesi. «Qualunque collegamento con l’orrore della strage e l’attualità o l’attuale governo – ha aggiunto – lo respingo senza se e senza ma». «Il rispetto che devo a titolo personale e come rappresentante del governo ai familiari delle vittime e a tutti i sopravvissuti e ai familiari delle stragi mi ha tenuto ferma su questo palco perché questa è la democrazia», ha detto dal palco Bernini, mentre arrivavano le contestazioni, ribadendo di essere «in totale e pieno disaccordo a titolo personale e come rappresentante del governo su tutti i riferimenti all’attualità». Qui le proteste riprese da Agtw.
Cosa ha detto Bolognesi (rivolgendosi a Meloni): «Non accettiamo riscritture della storia»
Bernini si è allontanata senza rilasciare ulteriori commenti ai giornalisti presenti all’evento. Il suo intervento ha raccolto molte contestazioni in platea. «Ha tutto il diritto di tenere un intervento lungo, articolato e ricco di interpretazioni che personalmente non condivido, ma che ascolterò con rispetto. Ciò che conta davvero è che, da domani, la mia collaborazione con voi sarà piena, senza condizioni, per garantire la massima trasparenza e raccontare, fino in fondo, tutta la verità», ha dichiarato la ministra rivolgendosi a Bolognesi. Il presidente uscente dell’associazione del 2 agosto, nel suo intervento si è rivolto alla premier Giorgia Meloni. «Alla Presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un’altra cosa è l’accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare», ha dichiarato. «Presidente Meloni – ha detto – condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici».
Schlein: «Leggete le sentenze»
Al termine della sua dichiarazione, la ministra Bernini se n’è andata senza rispondere alle domande di chiarimenti dei cronisti. A replicarle dopo, la segretaria del Pd Elly Schlein, presente all’evento: «Sono passati 45 anni e quello che dicono i familiari delle vittime è dentro alle sentenze, di cui appunto bisogna assicurare la pubblicazione, per cui invito tutti a leggere quelle sentenze, anche chi governa». «L’associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, insieme alla procura generale di Bologna, va ringraziata perché senza il suo impegno, con tutti i tentativi di depistaggio e le coperture politiche che questi hanno avuto negli anni e che ci portano ancora all’oggi, e senza il loro lavoro noi non saremmo arrivati, pur con ritardo, a questa verità», ha aggiunto Schlein, che ha anche ringraziato «gli avvocati difensori» di parte civile «che hanno avuto anche loro un forte applauso dalla piazza».