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Caso Almasri, il Tribunale chiede il processo per Nordio e Piantedosi e archivia Meloni. L’ira della premier: «Assurdo, giudichino anche me»

04 Agosto 2025 - 20:42 Ugo Milano
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A dar conto delle decisioni del Tribunale dei ministri è la stessa premier sui social: «Ogni scelta del governo è concordata, abbiamo agito per la sicurezza degli italiani»

Il Tribunale dei ministri ha disposto l’archiviazione per la premier Giorgia Meloni sul caso del mancato arresto e poi dell’espulsione in Libia di Najeem Osama Almasri. Per i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e quello della Giustizia Carlo Nordio, così come per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Tribunale chiederà invece di andare a giudizio. A dare l’annuncio è stata la stessa premier sui social. «Oggi mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri per il caso Almasri: dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie», scrive Meloni. «I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano». Un destino differente dunque per i quattro esponenti di vertice del governo, di cui però la premier pare tutt’altro che soddisfatta.

L’ira della premier e la sfida ai giudici

«Nel decreto si sostiene che io “non sia stata preventivamente informata e (non) abbia condiviso la decisione assunta”, e in tal modo non avrei rafforzato “il programma criminoso”», prosegue Meloni sui social. «Si sostiene pertanto che due autorevoli Ministri e il sottosegretario da me delegato all’intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con me le decisioni assunte. È una tesi palesemente assurda. A differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. È quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro». Se devono andare a processo loro, sfida i giudici insomma la premier, sono pronta ad andarci anch’io, per rispondere delle stesse azioni. Rivendicate anche oggi. «Nel merito ribadisco la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani. L’ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull’autorizzazione a procedere».

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