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Israele, 600 ex capi dell’intelligence scrivono a Trump per fare pressioni su Netanyahu: «La guerra a Gaza non è più giusta» – Il video

04 Agosto 2025 - 11:32 Alba Romano
In un video, una ventina di ex vertici di Mossad e Shin Bet parlano tra loro condannando la guerra nella Striscia. In una lettera alla Casa Bianca chiedono di mettere pressioni sul governo di Tel Aviv

«Basta guerra», un grido che ormai da mesi martella le orecchie del premier israeliano Benjamin Netanyahu ma che non sembra riuscire a fare breccia. Dopo le numerose proteste di piazza, i pianti dei parenti degli ostaggi e i leader mondiali, ora a rivolgersi direttamente al capo del governo sono 19 ex capi dell’intelligence, della polizia e dell’Idf. «Ci sono momenti che rappresentano una bandiera nera in cui bisogna restare fermi e dire: fin qui e non oltre. È il momento di andare di fronte a Netanyahu e dirglielo», dicono seduti attorno a un tavolo. Tra di loro anche l’ex primo ministro Ehud Barak e l’ex direttore dello Shin Bet Yoram Cohen, tutti membri del movimento Csi, Comandanti per la sicurezza di Israele.

Il messaggio a Netanyahu: «I fallimenti hanno sepolto i successi, non è più una guerra giusta»

«Abbiamo il dovere di alzarci in piedi e dire ciò che dobbiamo dire. Questa guerra è iniziata come una guerra giusta. Era una guerra difensiva», dice Ami Ayalon, ex Shin Bet. «Ma una volta raggiunti tutti i suoi obiettivi militari, una volta ottenuta una brillante vittoria militare contro tutti i nostri nemici, questa guerra ha smesso di essere una guerra giusta. Sta portando lo Stato di Israele alla perdita della sua sicurezza e identità». Parole dure a cui fa eco un altro ex direttore: «I nostri fallimenti hanno ormai sepolto i risultati raggiunti». L’ex capo di stato maggiore Nasho Ya’alon continua, attaccando frontalmente Benjamin Netanyahu: «Abbiamo un governo che i fanatici messianici hanno trascinato in una direzione irrazionale». «Sono una minoranza», conclude il ragionamento Yoram Cohen. «Ma il problema è che la minoranza controlla la politica».

La lettera a Trump: «Hamas non è più una minaccia»

E proprio oggi è stata recapitata alla Casa Bianca una lettera firmata da oltre 600 funzionari di intelligence in pensione, in cui chiedono al presidente Donald Trump di fare pressioni su Netanyahu perché ponga fine alla guerra: «Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele. E Israele ha tutto ciò che serve per gestire le sue residue capacità terroristiche, a distanza o in altro modo», scrivono.

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