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«Attenti a che salmone mangiate», l’avvertimento di Bassetti: «Molti sono imbottiti di antibiotici». Da dove vengono quelli «sani» – Il video

04 Agosto 2025 - 14:55 Alba Romano
Secondo l'infettivologo, il trattamento farmacologico rafforzerebbe la resistenza dei batteri al loro interno, portandoli sulle nostre tavole

Occhio a che salmone si mangia, ma soprattutto alla sua provenienza: è l’infettivologo Matteo Bassetti a ricordare una buona prassi prima di mettere in tavola il cibo. «Molti giustamente lo mangiano perché ricco di Omega 3, perché si dice che faccia bene alla salute. Ma voi sapete come sono allevati i salmoni?». Secondo il direttore del reparto Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, proprio in quella fase della catena produttiva si annidano non pochi rischi per la salute delle persone.

Il trattamento dei salmoni allevati e i rischi

I salmoni, in alcune zone del mondo, sono infatti cresciuti grazie a «mangimi artificiali, farine animali, oli rancidi ma soprattutto vengono imbottiti di antibiotici». Un esempio è il Cile, dove secondo Bassetti l’uso di farmaci per prevenire la rickettsiosi del salmone sarebbe aumentato del 25%. Questo cosa comporta? «I batteri diventano poi resistenti, quindi noi ci portiamo a casa un salmone con il rischio che questo alberghi al suo interno dei batteri resistenti agli antibiotici che poi possono essere trasmessi a noi», spiega l’infettivologo.

I salmoni «sani» sono quelli selvaggi: da dove vengono

Questo vale solo per i salmoni d’allevamento, colorati di un rosa acceso che è ben lontano dal loro colorito naturale più verso il grigio spento. «Attenzione dove comprate il salmone», chiosa Bassetti. «I salmoni migliori sono quelli selvaggi, dell’Alaska, delle isole Faroe. O quelli su cui c’è un controllo molto importante dell’uso degli antibiotici, quello che sta avvenendo per esempio oggi in Norvegia».

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