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Gatti annegati, squartati o lasciati morire di fame: la rete globale che li tortura e condivide i video. «Molti sono minorenni»

05 Agosto 2025 - 00:06 Anna Clarissa Mendi
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L'allarme delle associazioni: «Gruppi, nati in Cina e diffusi in tutto il mondo, con migliaia di iscritti»

Un’indagine dai particolari «estremamente inquietanti» della Bbc ha portato alla luce l’esistenza di una rete internazionale clandestina che condivide online video di torture e uccisioni di gatti, spesso cuccioli. Secondo quanto riportato dall’emittente pubblica del Regno Unito, la rete – che sfrutta in molti casi un’applicazione di messaggistica crittografata per comunicare – conterebbe migliaia di membri attivi in tutto il mondo, inclusi utenti britannici, che pubblicano, condividono e vendono immagini e filmati esplicitamente «violenti e disturbanti», ritraenti i felini seviziati fino alla morte.

La scoperta

La scoperta è avvenuta dopo che, lo scorso maggio, due adolescenti inglesi hanno ammesso di aver torturato e ucciso due gattini in una parco a Ruislip, nella zona ovest di Londra. I due, una ragazza di 16 anni e un ragazzo di 17, sono stati condannati lunedì 4 agosto, mentre i corpi degli animali sono stati ritrovati mutilati e appesi. Sul posto sono stati, inoltre, rinvenuti coltelli, fiammiferi e forbici. L’episodio ha rafforzato i sospetti delle inquirenti su legami con una rete internazionale più ampia. 

Una rete globale della crudeltà

Secondo quanto emerso, la rete sarebbe nata in Cina, per poi diffondersi in numerosi Paesi, tra cui il Regno Unito, il Giappone e altre nazioni europee. I giornalisti della Bbc hanno avuto accesso alle chat sulle applicazioni di messaggistica criptate, dove gli utenti britannici spiegavano come adottare cuccioli tramite la “Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals” (RSPCA), un ente di beneficenza che opera in Inghilterra e Galles e che promuove il benessere degli animali, per poi maltrattarli. All’interno delle chat venivano condivisi moduli di azione e annunci di gattini in vendita, con commenti agghiaccianti come: «Voglio torturarlo così tanto». 

Un po’ di dati 

Tra maggio 2023 e maggio 2024, il gruppo animalista Feline Guardians, impegnato nel contrasto ai maltrattamenti sui felini, ha rilevato la pubblicazione online di un nuovo video di torture ogni 14 ore. In totale, l’organizzazione ha identificato 24 gruppi attivi, nei quali gli utenti si scambiavano contenuti estremamente violenti e discutevano metodi per infliggere sofferenze sempre maggiori agli animali. In uno dei casi più agghiaccianti, un individuo avrebbe prodotto e condiviso oltre 200 video documentando l’uccisione di gatti. Lara (nome di fantasia), una volontaria dell’associazione, ha operato sotto copertura infiltrandosi nei gruppi online: «Ogni giorno mi si spezzava il cuore», ha raccontato al media inglese. «Non c’è limite al dolore che queste persone sono disposte a infliggere. È come guardare nell’abisso del male».

I video violenti e i minori coinvolti 

Alcuni filmati, spiega ancora l’inchiesta, mostrano gatti annegati, squartati o lasciati morire di fame, lentamente, all’interno di gabbie. In un caso, i membri della rete parlavano di rianimare i gatti con l’elettricità per prolungarne la sofferenza. I nuovi iscritti vengono invece spinti a produrre contenuti propri come «prova di ingresso». In un episodio raccapricciante, la rete avrebbe promosso nel settembre 2023 una «gara» intitolata 100 gatti uccisi, per vedere quanto rapidamente i membri riuscissero a torturare e uccidere 100 felini. Anche i bambini sembrerebbero coinvolti: in una chat, un utente ha scritto: «Ho 10 anni e mi piace torturare i gatti».

Chi è “Little Winnie”?

Uno dei memebri più attivi della rete si fa chiamare Little Winnie, un nome usato in modo satirico per alludere al leader cinese Xi Jinping, spesso paragonato al personaggio di Winnie the Pooh. L’account – spiega la Bbc – figura come amministratore in diversi forum di discussione. Una volontaria di Feline Guardians è riuscita a instaurare un (finto) rapporto con l’uomo. Dopo settimane di comunicazioni, i due hanno preso parte a una videochiamata, che ha permesso di identificare un ragazzo di 27 anni residente a Tokyo, in Giappone. Contattato dall’emittente inglese, il giovane ha però negato ogni coinvolgimento. 

Un pericolo globale

Secondo la volontaria, la mancanza di normative in alcuni Paesi, come la Cina, consente a questi contenuti di essere prodotti senza alcuna conseguenza legale. «Diventa un problema globale. Chiunque può accedere a questi video. Anche i bambini». Feline Guardians ha organizzato manifestazioni davanti all’Ambasciata cinese a Londra, chiedendo interventi concreti da parte del governo di Pechino. Anche La parlamentare inglese, Johanna Baxter, ha espresso profonda preoccupazione: «Questa tendenza è allarmante, soprattutto tra i giovani uomini. L’abuso sugli animali è spesso un primo passo verso la violenza su esseri umani». 

Foto copertina: Immagine d’archivio / Pexels

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