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Compra un vecchio mobile e dentro trova buoni postali da 190mila euro: come funziona l’incasso

07 Agosto 2025 - 12:31 Ugo Milano
lodi forziere buoni tesoro
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Mauro Benzoni ha acquistato il mobile sul web. Dopo un anno ha trovato il tesoretto da 18 milioni di lire in un doppio fondo

Può un mobile antico venduto a 200 euro su internet valere in realtà quasi 200mila euro? È la scoperta, incredibile, che ha fatto Mauro Benzoni, uomo residente a Crema. Come riporta il Corriere della Sera, dopo aver acquistato un antico forziere di legno sul web, e dopo averlo dimenticato per mesi e mesi in una cascina, ha deciso di rimetterlo a nuovo e utilizzarlo. A quel punto, tra una mano di colore e una spolverata, si è accorto per la prima volta di un doppio fondo che gli ha dato accesso a un vero e proprio tesoro: 18 milioni di lire, senza tener conto degli interessi, in buoni postali emessi tra il 1992 e il 1994.

La percentuale per chi trova gli oggetti smarriti

Per il 45enne c’è però un problema, un dettaglio non da poco: i buoni postali sono nominali, sono inchiodati al cognome di chi li ha acquistati e dei loro legittimi eredi. Per Mauro Benzoni, però, c’è la possibilità di assicurarsi un bel gruzzolo. Come gli ha spiegato un amico finanziere, per legge «chi trova beni smarriti di altri ha il diritto al 10% del valore della cifra come risarcimento». Insomma, da 200 euro spesi alla possibilità di gonfiarsi il portafoglio di 19mila euro. Peccato che, essendo buoni trentennali ordinari con dieci anni di prescrizione, abbia tempo fino al 2032 per convertirli in denaro contante.

Chi sono gli intestatari dei buoni del tesoro

È anche per questo che l’uomo si sta prodigando in lungo e in largo nel tentativo di rintracciare gli intestatari. Carlo e Francesca De Martino, i nomi dei due fratelli che compaiono sui buoni, sono nati nel 1907 e nel 1911: abbastanza improbabile che siano ancora in vita. Gli eredi, i cui nomi sono presenti sul titolo di credito, sono tutti elencati in una lunga lista e sparsi nell’intera Lombardia. Benzoni ha provato in un primo momento a contattare il rivenditore presso cui aveva comprato il mobile, ma non c’è stato niente da fare. A quel punto si è affidato a uno studio legale e ha sporto denuncia presso i carabinieri di Lodi, consegnando ai militari anche i buoni postali.

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