Messina, il diario di Stefano Argentino: «Uccido Sara e mi suicido»


Stefano Argentino aveva scritto nel suo diario di voler uccidere Sara Campanella e poi togliersi la vita. «Cinque ottobre 2024. Provo a parlarle, ma continua a non fare niente. Proverò per un’ultima volta ad avvicinarmi, ma alla fine l’esito sempre quello sarà… la uccido e mi suicido», è la frase riportata oggi da Repubblica. Il femminicida aveva parlato proprio di impiccagione. E aveva scritto una lettera d’addio alla madre: « Mi dispiace, è giusto che si sappia sta storia, non sono un mostro». Il diario è stato ritrovato dai carabinieri nelle note del suo smartphone durante le indagini.
La morte di Argentino
Argentino era nel carcere di Gazzi dal 31 marzo scorso. La procura di Messina aveva segnalato il rischio alla direzione del carcere. Poi gli psicologi avevano detto che aveva superato il momento. Invece non era così. «Saremmo stati una coppia bellissima ma non mi hai dato modo di iniziare a frequentarci», scriveva a maggio 2024. «Io piaccio a lei e sono sicuro che anche lei prova alcune mie sensazioni», aggiungeva. E ancora: «Essendo fidanzata, hai già capito che stravedo per te. Mi dai corda e hai cambiato strada per salire con me in ascensore». L’ennesima bugia, svelata dal rancore che covava: «Quelle tue guardie del corpo che rompono le balle sono le uniche che nominano il tuo fidanzato davanti a me».
L’annuncio del femminicidio
Sara aveva chiesto alle amiche di starle accanto. E lui era infastidito, i deliri l’avevano ormai travolto: «Mentre la passione è forte dovremmo sbloccarci. Ti amo Sara per sempre». Nella lettera di addio alla madre, anche questa trovata nel telefonino, l’annuncio del femminicidio: «Ha deciso lei che dovevo ucciderla. In un attimo sono passato dall’amarla follemente all’odiarla a morte».