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Netanyahu sul piano per occupare Gaza: «Vogliamo solo liberarla. Gli ostaggi? Sono gli unici che muoiono di fame»

10 Agosto 2025 - 16:27 Alba Romano
netanyahu-gaza
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Il premier israeliano durante la conferenza stampa per i media stranieri: «La guerra può finire domani se Hamas depone le armi e libera tutti i rapiti». L'Onu: «Ennesima pericolosa escalation»

«Il nostro obiettivo non è occupare Gaza, ma liberarla. La guerra può finire domani se Hamas depone le armi e libera tutti gli ostaggi». Così è intervenuto il ministro israeliano Benjamin Netanyahu aprendo la conferenza stampa per i media stranieri. Il premier ha spiegato nel dettaglio il piano di Israele di invasione della Striscia, suddiviso in cinque punti. Già annunciato nei giorni scorsi, aveva provocato l’indignazione dei leader internazionali. Il calendario stabilito «è abbastanza rapido», ha detto il premier, sottolineando che Gaza sarà smilitarizzata e Israele manterrà la «responsabilità della sicurezza», e che sull’enclave palestinese verrà istituita una «amministrazione civile non israeliana». Per il primo ministro israeliano, inoltre, «gli unici che stanno deliberatamente morendo di fame sono gli ostaggi», ha dichiarato Netanyahu, mostrando la foto del rapito Evyatar David fortemente dimagrito.

Netanyahu: «Aprite gli occhi alle menzogne di Hamas»

«Aprite gli occhi alle menzogne di Hamas. Questo è il titolo di questa conferenza stampa», ha affermato ancora Netanyahu parlando alla stampa estera a Gerusalemme. Il premier ha annunciato di valutare la possibilità di fare causa al New York Times accusato di aver pubblicato la foto di un bimbo di Gaza malato, sostenendo che fosse malnutrito a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele. Durante la conferenza ha inoltre precisato che verranno designati corridoi sicuri per la distribuzione degli aiuti umanitari, l’aumento del numero di punti di distribuzione sicuri gestiti dalla Ghf e un maggior numero di lanci aerei da parte delle forze israeliane e di altri partner.

Onu: «Piano Israele a Gaza ennesima pericolosa escalation»

«L’ultima decisione del governo israeliano rischia di innescare un altro orribile capitolo di questo conflitto. Questa è l’ennesima pericolosa escalation del conflitto». Lo ha detto Miroslav Jenča, Segretario generale aggiunto dell’Onu per l’Europa, l’Asia centrale e le Americhe, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. «Le Nazioni Unite sono state inequivocabili: l’unico modo per porre fine all’immensa sofferenza umana a Gaza è un cessate il fuoco completo, immediato e permanente – ha aggiunto -. Non esiste una soluzione militare al conflitto armato a Gaza o al più ampio conflitto israelo-palestinese». 

Gb e Francia all’Onu: «Israele revochi subito la decisione su Gaza»

Francia e Gran Bretagna all’Onu chiedono a Israele di «revocare subito» la decisione su Gaza. «Questa non è una strada verso la soluzione, ma una strada verso maggiore versamento di sangue, e non farà nulla per porre fine al conflitto», ha detto il vice ambasciatore britannico all’Onu, James Kariuki, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza Onu. Il piano di Israele «metterà più a rischio la vita degli ostaggi ed esacerberà una catastrofe umanitaria», ha aggiunto, inviando un chiaro messaggio a Israele: «Cancellare immediatamente e completamente le restrizioni sulla consegna degli aiuti». Mentre il collega francese Jay Dharmadhikari ha sottolineato che «vista la gravita del recente annuncio di Israele dobbiamo dare l’allarme, e Parigi si oppone a qualsiasi piano di controllo od occupazione”. “Il piano di Israele rappresenta anche una minaccia per la sicurezza regionale – ha aggiunto – è essenziale che Israele rispetti i suoi obblighi secondo la legge internazionale».

Tel Aviv in piazza contro Netanyahu

Intanto, migliaia di persone hanno invaso le strade di Tel Aviv per chiedere la cessazione immediata delle operazioni militari a Gaza e il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati nella Striscia. La manifestazione, indetta dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani, è arrivata all’indomani della decisione del governo di Benjamin Netanyahu di occupare Gaza City, un passo che ha inasprito ulteriormente il dibattito interno e le tensioni con la comunità internazionale. I manifestanti hanno sfilato esponendo cartelli e fotografie dei propri cari rapiti, scandendo slogan contro il protrarsi della guerra.

Autostrada bloccata dai manifestanti

Alcuni manifestanti hanno bloccato per ore l’autostrada Ayalon, una delle principali arterie della città, paralizzando il traffico. Secondo i media israeliani, la polizia è intervenuta per sgomberare la carreggiata e ha arrestato tre persone. Il messaggio della piazza è stato chiaro: «Niente è più importante della vita degli ostaggi. Fermate la guerra, riportateli a casa». Una richiesta che riflette la crescente frustrazione di una parte dell’opinione pubblica israeliana nei confronti dell’esecutivo, accusato di privilegiare obiettivi militari e politici a scapito della liberazione dei prigionieri.

Ucciso un agente di Hezbollah a Sud del Libano

Mentre Tel Aviv era teatro delle proteste, l’esercito israeliano ha reso noto di aver condotto un attacco aereo contro un obiettivo di Hezbollah nel Sud del Libano. Il raid ha colpito Aynata, dove, secondo le Forze di difesa israeliane, è stato ucciso un «operativo» del gruppo sciita libanese, accusato di raccogliere informazioni sulle truppe israeliane in violazione del cessate il fuoco in vigore tra i due Paesi.

Netanyahu contestato anche dai suoi ministri

Intanto, Netanyahu viene contestato anche dai suoi stessi ministri. Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich, contrario alla decisione del governo di occupare Gaza City, ha detto, come riporta Ynet, di aver «perso la fiducia che il primo ministro Benjamin Netanyahu possa e voglia guidare l’esercito israeliano alla vittoria». Nonostante la propria posizione, comunque, Smotrich non sembra in alcun modo intenzionato a dimettersi dal proprio incarico. «Ho appoggiato anche mosse che, a mio avviso, erano meno corrette – spiega Smotrich – e sono rimasto al governo». E conclude con un appello a Netanyahu: «Non è troppo tardi per cambiare idea. Riconvochi il governo e annunci in modo inequivocabile che non ci saranno più soste intermedie. Che non ci saranno più accordi parziali. Che questa volta puntiamo a una vittoria chiara che porterà alla resa completa di Hamas e il ritorno di tutti gli ostaggi in un colpo solo, oppure con la sua e distruzione, e all’annessione di ampie zone della Striscia di Gaza»

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