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Corea del Sud, la Corte Suprema salva Baby Shark: non è stata copiata da un compositore americano

14 Agosto 2025 - 12:21 Ugo Milano
baby shark
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Il compositore statunitense Jonathan Wright aveva fatto causa all'azienda Pinkfong rivendicando la proprietà della canzone

Il mondo dell’intrattenimento per bambini è una cosa estremamente seria. Lo sanno bene tutti i genitori che dal 2016 in poi avranno certamente ascoltato il famosissimo brano Baby Shark, un tormentone da oltre 16 miliardi di visualizzazioni su diverse piattaforme. In particolare su YouTube, visualizzazioni vogliono dire soldi, molti soldi, e l’azienda sudcoreana Pinkfong ne ha guadagnati parecchi con la canzone del piccolo squalo. Ma negli ultimi sei anni, l’azienda è stata coinvolta in una battaglia legale con il compositore statunitense Jonathan Wright, che rivendicava la proprietà della canzone. Oggi, 14 luglio, è arrivata la pronuncia della Corte Suprema della Corea del Sud, che ha respinto la richiesta di risarcimento pari a 18 mila euro avanzata da Wright.

Il fenomeno globale Baby Shark

La Corte ha stabilito che la versione di Wright non si discosta in maniera significativa dalla canzone originale, un motivetto popolare di dominio pubblico da molto tempo e quindi non può essere considerata un’opera protetta dal diritto d’autore. Wright aveva composto la sua versione nel 2011, mentre quella di Pinkfong risale al 2016. La decisione conferma quanto già stabilito nei gradi di giudizio precedenti, nel 2021 e nel 2023. Il fenomeno globale Baby Shark, costruito in larga parte proprio grazie all’azienda coreana, non si è limitato al solo brano musicale: negli anni è stato riadatto in altri formati, come ad esempio cartoni animati, libri e merchandising dai quali Pinkfong potrà legittimamente continuare a trarre profitto.

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