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Ferragosto super cafone: dal Salento alle Dolomiti, viaggio nell’Italia del turismo che lascia il segno (per i motivi sbagliati)

14 Agosto 2025 - 10:14 Alba Romano
ferragosto turismo cafone
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Da Porto Cesareo alle Dolomiti, l’estate italiana segna il ritorno del turismo irrispettoso: spiagge occupate, risse, rifiuti e vandalismo

Ferragosto, per molti, significa relax: lettino, libro e ombrellone. Per altri, invece, è un’operazione di conquista in piena regola. In alcune località balneari e montane, la presenza di turisti poco rispettosi si trasforma in un assalto organizzato: spiagge, scogli e sentieri diventano spazi da occupare. E se è vero che Ferragosto è storicamente uno di quei momenti in cui gli amici si ritrovano e le famiglie si riuniscono, spesso questo avviene a danno del patrimonio naturalistico e non solo.

Campeggi improvvisati e gare di moto d’acqua

A Porto Cesareo, nel cuore dell’area marina protetta, un isolotto lungo la Riviera di Ponente è stato trasformato in un campeggio improvvisato: grandi ombrelloni, paraventi, tende piantate con precisione. I residenti li hanno ribattezzati i «padroni dell’isolotto» per l’organizzatissima struttura che hanno in piedi. Come riportato dal Messagero, a Gallipoli il copione cambia, perché oltre all’affollamento, si registrano episodi pericolosi: bottiglie d’acqua lanciate contro auto in transito e moto d’acqua che sfrecciano a pochi metri dalla riva, sollevando onde che disturbano bagnanti e sportivi e costringendo la Guardia Costiera a multe e interventi continui.

Da Sud a Nord

In Liguria, ad Alassio, la spiaggia si è trasformata in un ring da boxe: una lite tra un giovane e un bagnino è degenerata in un’aggressione fisica davanti a decine di persone, con il video subito diffuso sui social. In Sardegna, l’inciviltà si misura in rifiuti: sacchi di plastica, mozziconi e resti di picnic abbandonati anche nelle spiagge più note come Is Arutas. Secondo Legambiente, ci sono in media 892 rifiuti ogni 100 metri di litorale, il 78% dei quali è plastica. Nemmeno la montagna è risparmiata: sulle Dolomiti e nelle Orobie si segnalano escursionisti impreparati, rifugi danneggiati e bivacchi vandalizzati.

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