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L’accoltellamento al culmine di una lite e la fuga a casa del padre: così il figlio della compagna avrebbe ucciso l’ispettore Ciro Luongo

19 Agosto 2025 - 10:51 Alba Romano
ciro luongo omicidio
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Il ricordo dei colleghi della vittima: «Era un poliziotto vecchio stampo, dal grande senso del dovere»

Lunedì sera, 18 agosto, a Melito di Napoli, una lite familiare è degenerata in omicidio. Al culmine della discussione, Ciro Luongo, 58 anni, ispettore in servizio al Commissariato di Giugliano, sarebbe stato accoltellato più volte da Roberto Marchese, 21 anni, figlio della compagna, che si è dato subito alla fuga. Il giovane è stato individuato poche ore dopo a casa del padre. Al momento, il movente dell’aggressione resta ancora da chiarire. Roberto Marchese ha trascorso la notte in questura. L’obiettivo degli inquirenti è capire se tra la vittima e il principale sospettato ci fosse un rapporto difficile e astioso da tempo o se si sia trattato di un raptus imprevedibile.

Il ricordo dei colleghi: «Un poliziotto vecchio stampo»

Era conosciuto come un poliziotto esperto, serio e rispettato. In servizio all’ufficio volanti del commissariato di Giugliano, Luongo era originario di Miano, quartiere napoletano del rione Gescal, e aveva alle spalle una lunga carriera nelle forze dell’ordine, con incarichi anche alla Polfer di Aversa e a Casal di Principe. Descritto dai colleghi come «un poliziotto vecchio stampo», Luongo era un uomo dal forte senso del dovere. «A nome mio personale e di tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato di Napoli e provincia, esprimo profondo cordoglio per la drammatica scomparsa del Vice Ispettore Luongo. In questo momento di grande dolore ci stringiamo ai familiari e ai colleghi del Commissariato di Giugliano- Villaricca», ha dichiarato il Questore di Napoli, Maurizio Agricola, in una nota ufficiale.

L’omicidio e la fuga del giovane

Secondo una prima ricostruzione, l’omicidio è avvenuto al termine di una lite in famiglia. Luongo è stato colpito da numerosi fendenti da arma da taglio nell’abitazione di viale delle Margherite. A lanciare l’allarme sono stati alcuni vicini, preoccupati dalle urla provenienti dall’appartamento. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Marano e i sanitari del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Dopo l’aggressione, Roberto Marchese si è dato alla fuga, ma è stato rintracciato e fermato poche ore dopo tra Melito e Giugliano dai carabinieri. Al momento dell’aggressione erano presenti due testimoni, tra cui la madre del ragazzo, compagna della vittima. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli Nord e dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

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