L’incubo dei docenti precari fuori sede alla vigilia delle chiamate annuali, dai biglietti esauriti agli affitti proibitivi: «Ci aiutano i nostri genitori» – Le interviste


Affitti che oscillano tra i 400 e i 900 euro per un monolocale o una stanza, voli dal Sud al Nord che superano spesso i 300 euro, treni strapieni e biglietti esauriti: è il quadro delle difficoltà che migliaia di docenti precari e fuori sede affrontano ogni anno. Trovare una casa all’ultimo momento, sostenere trasferte costose durante le festività e fare i conti con stipendi irregolari e contratti spezzettati è all’ordine del giorno. Il risultato è la convivenza con l’incertezza, rinunciare a momenti familiari importanti e affrontare costi mensili che spesso superano le entrate. In questo periodo, il problema colpisce soprattutto i docenti in attesa delle assegnazioni provvisorie, quelle che permettono trasferimenti temporanei per un anno in un’altra scuola o città. Gli esiti, attesi entro il 22 agosto, determineranno dove questi insegnanti dovranno presentarsi il 1° settembre. A denunciarlo è il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani (Cnddu), che ha chiesto al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di intervenire con accordi o bonus per le compagnie di trasporto e sostegni per fronteggiare l’emergenza abitativa.
Viaggiare tra tariffe esorbitanti
I costi dei trasporti in queste settimane sono elevati e, quando si avvicina il rientro i primi di settembre, la situazione non migliora. Come denunciano i docenti, un volo da Catania a Milano Malpensa parte da circa 203 euro, mentre per Catania–Bologna si arriva a 328 euro. Da Palermo a Milano o Torino si spendono tra 208 e 220 euro, da Trapani a Torino fino a 270 euro, e da Cagliari a Milano 240 euro. Questi prezzi si riferiscono alle tariffe base, senza bagaglio, con compagnie low cost, e rendono ogni trasferimento un vero e proprio investimento.
Le storie dei docenti a Open: «Un calvario economico»
«Mentre attendiamo gli esiti delle graduatorie delle assegnazioni provvisorie, il rientro per il 1° settembre promette di essere un calvario economico e organizzativo, che si ripropone ogni anno e per diverse tipologie di supplenze», denunciano i docenti. Marianna, originaria di Salerno, racconta la propria esperienza a Open: «Sono stata chiamata dall’oggi al domani per insegnare a Portogruaro, in Veneto, per una supplenza annuale. Dovevo trovare casa in due giorni, tutto era strapieno, prezzi altissimi. Per un colpo di fortuna ho trovato un monovano a 400 euro, ma le condizioni erano precarie, c’erano persino i fili dell’elettricità scoperti». L’anno successivo, trasferitasi in Friuli Venezia Giulia, si è trovata a fare i conti con costi che puntualmente schizzano alle stelle.
«Senza i miei genitori non ce l’avrei fatta»
«Solo per tornare a Salerno dalla mia famiglia spendo almeno 200 euro in treno, mentre l’aereo è impensabile. Per questo, evito di tornare a casa se non per necessità assolute, altrimenti diventerebbe un problema economico e organizzativo. Ma siamo in tanti in questa situazione. Un collega ha vissuto un mese e mezzo in b&b perché non riusciva a trovare un alloggio, senza lavatrice e costretto a usare un lavasciuga self-service», racconta la docente. Anche Francesco, originario di Benevento e attualmente in servizio in Friuli, sottolinea le difficoltà legate ai costi e ci aggiunge anche i problemi legati agli stipendi e ai contratti: «Quando sono stato assunto, ho ricevuto il primo stipendio dopo tre mesi e il secondo altri tre mesi più tardi, e come me ci sono anche tanti altri docenti. Senza l’aiuto dei miei genitori non ce l’avrei fatta. E senza contare che ancora oggi c’è tanto scetticismo tra i proprietari, che spesso non affittano a noi meridionali: temono che poi non paghiamo».
Le assegnazioni provvisorie in arrivo e i viaggi dell’ultimo minuto
Nella stessa situazione anche Romano Pesavento, presidente del Cnddu e docente a Lucca ma residente a Crotone, che sottolinea come l’emergenza coinvolga migliaia di insegnanti precari ogni anno. «Le assegnazioni provvisorie, i cui esiti usciranno il 22 agosto, costringono i docenti a scoprire all’ultimo momento dove dovranno prendere servizio il 1° settembre», spiega. «Questo significa trasferte all’ultimo minuto con voli e treni alle stelle in piena stagione e la ricerca di alloggi a prezzi proibitivi». E questi costi colpiscono anche docenti con oltre 10 o 20 anni di servizio. «Molti sono costretti a vivere in alloggi di fortuna o a indebitarsi. Insegnare non dovrebbe diventare un lusso», dice il professore. Di fronte a questa emergenza, conclude, «chiediamo al ministro Valditara un calmieramento dei costi di trasporto e affitti tramite accordi, un bonus rientro a scuola di almeno 1.000 euro, e un tavolo di confronto per strutturare una soluzione a questa l’emergenza».