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Omicidio Sharon Verzeni, sfuma l’attenuante per Moussa Sangare: era capace di intendere e volere. I periti: «Assenza di rimorsi ed empatia»

19 Agosto 2025 - 13:19 Cecilia Dardana
sharon verzeni moussa sangare
sharon verzeni moussa sangare
Sangare soffre di un disturbo di personalità narcisistico e antisociale, ma secondo la perita questi tratti non hanno compromesso la sua lucidità

La perizia psichiatrica non lascia dubbi: Moussa Sangare, 30 anni, imputato per l’omicidio di Sharon Verzeni, era pienamente capace di intendere e volere la notte del delitto. Lo ha stabilito la psichiatra Giuseppina Paulillo, nominata dalla Corte d’Assise di Bergamo lo scorso aprile per valutare le condizioni mentali dell’uomo. Sangare soffre di un disturbo di personalità narcisistico e antisociale, ma secondo la perita questi tratti non hanno compromesso la sua lucidità. Al contrario, avrebbero solo messo in evidenza «l’assenza di rimorsi ed empatia». Le conclusioni saranno discusse in aula il 22 settembre, quando il processo entrerà nel vivo.

Il delitto nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024

Sharon Verzeni, 21 anni, era stata trovata senza vita nell’appartamento dell’imputato a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Sangare l’avrebbe colpita con numerose coltellate al termine di una lite. In un primo momento, l’uomo aveva confessato l’omicidio ai carabinieri, salvo poi ritrattare, sostenendo di non essere stato lui a uccidere la giovane. L’omicidio aveva sconvolto la comunità bergamasca: Sharon, originaria di Mapello, era descritta dagli amici come una ragazza solare e piena di vita. Il suo funerale, celebrato a inizio agosto, aveva richiamato centinaia di persone.

Le indagini e la strategia difensiva

La difesa di Sangare aveva puntato anche sull’ipotesi di una fragilità psichiatrica, chiedendo l’accertamento delle sue condizioni mentali. Ma la perizia sembra ora chiudere la strada a un’eventuale attenuante per vizio di mente. Sangare, che viveva a Suisio, resta detenuto in carcere a Bergamo. Il 22 settembre la Corte d’Assise discuterà ufficialmente i risultati dell’esame peritale. Sul tavolo ci sono le testimonianze raccolte nelle settimane successive al delitto e le prove scientifiche acquisite nell’appartamento. A meno di nuovi colpi di scena, per Moussa Sangare si prospetta un processo in cui la responsabilità penale sarà piena.

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