Regionali in Campania, il centrodestra e la tentazione Mara Carfagna: perché potrebbe essere lei la candidata e chi frena la sua corsa


Con le elezioni regionali autunnali sempre più vicine, il centrodestra è costretto a confrontarsi con un complicato puzzle di candidature. A parte i governatori uscenti Roberto Occhiuto in Calabria e Francesco Acquaroli nelle Marche, la coalizione sta ancora definendo i nomi per le altre regioni in cui si voterà, tra cui la Campania. Nella regione guidata da Vincenzo De Luca, dove le urne sono previste per metà novembre, tra i possibili candidati del centrodestra spunta quello di Mara Carfagna, ex ministra e segretaria di Noi Moderati con però un recente passato tra le fila dell’opposizione (era passata ad Azione, divenendone poi presidente dal 2022 al 2024). Un sondaggio commissionato dalla coalizione ha messo la deputata a confronto con il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia.
La disponibilità di Mara Carfagna a candidarsi in Campania
Nel maggio scorso la segretaria di Noi moderati aveva messo sul tavolo la propria disponibilità: «Se me lo dovessero chiedere, farei una seria riflessione». Poco dopo, il partito ha chiarito la propria posizione: «Per noi la candidata in Campania è Carfagna», aveva detto il presidente del partito Maurizio Lupi. Oltre ai nomi, il sondaggio ha esplorato anche il tipo di profilo gradito dagli elettori di centrodestra, distinguendo tra candidati politici e civici. La figura civica appare apprezzata, con Giosy Romano, avvocato e commissario del Consorzio Asi di Napoli, come altro possibile candidato gradito anche da Forza Italia. In passato si era valutata anche la candidatura del rettore dell’Università di Napoli Federico II, Matteo Lorito, che ora però sembra non essere più in cima alla lista.
L’intervista a Carfagna a fine luglio: «De Luca ha accentrato il potere come un sovietico»
Anche Mara Carfagna, intervistata a fine luglio dal Mattino, aveva delineato un quadro critico della situazione campana, pur senza confermare la candidatura: «Vedo una regione con enormi potenzialità trasformata nel feudo di un governatore e della sua nomenklatura e abbandonata al disagio. Uso un termine sovietico non a caso: Vincenzo De Luca, con la recente battaglia in difesa di Gergiev, l’artista-testimonial di Vladimir Putin, ha largamente dimostrato qual è il modello di governo che gli piace: potere accentrato in poche mani, società civile silenziata e inascoltata».
Mara Carfagna e il candidato di FdI: «Non penso a candidarmi, il mio sostegno va a Cirielli»
Interpellata sulla sua volontà o meno di candidarsi, all’epoca rispondeva: «Nessun pensierino. Tutti sanno che sono a disposizione, ma la candidatura di Cirielli mi sembra un’ottima scelta e avrà il mio sostegno». Infine, sul ruolo del centrodestra e del suo impegno, Carfagna dichiarava: «Il centrodestra sta individuando una intesa complessiva per una campagna elettorale efficace e condivisa in ognuna delle cinque regioni in cui si voterà. La coesione tra alleati è da sempre il grande asso nella manica della coalizione, e credo lo sarà anche stavolta sotto la guida di Giorgia Meloni». E proprio il rapporto in particolare con FdI potrebbe essere il principale freno: prima di tutto perché Carfagna è da poco rientrata nelle file del centrodestra, dopo aver avuto un ruolo di peso in Azione per due anni. Poi perché Fratelli d’Italia vuole riaffermare il suo peso sul territorio e, al momento, l’unico candidato confermato è Acquaroli, visto che la trattativa in Veneto è ancora in salita.
Anche in Calabria un quadro sempre meno chiaro
In Calabria, dove le elezioni regionali si terranno il 5 e 6 ottobre, il quadro per il centrodestra è già abbastanza definito: il governatore uscente Roberto Occhiuto, dimessosi a seguito di un’indagine per corruzione, si ricandiderà per un secondo mandato. La coalizione è ora al lavoro ora per completare candidature e liste. Sul fronte opposto, il centrosinistra deve ancora scegliere il candidato. Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e esponente del M5S, considerato il più adatto a sfidare Occhiuto, non si candiderà, sembra ormai ufficiale. I contatti tra Roma e i territori calabresi sono costanti, con un tavolo nazionale che dovrebbe definire l’accordo finale e sciogliere le ultime tensioni interne alla coalizione.