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Ostriche e champagne a carico dell’Ater, il pranzo di lusso da 700 euro dei vertici dell’ente pubblico: i tentativi di difesa e il presunto errore del ristoratore

20 Agosto 2025 - 20:39 Cecilia Dardana
ostriche champagne
ostriche champagne
Il pranzo risale al 5 agosto e vedeva seduti allo stesso tavolo il presidente dell’Ater, Quintino Antidormi, il direttore generale Giancarlo Alterio, un dipendente e due conoscenti. L'anomalia? Lo scontrino da 690 euro emesso a nome dell’ente pubblico

Un pranzo a base di pesce e bollicine in uno dei ristoranti più esclusivi dei Parioli, a Roma, sta scuotendo l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale (Ater) dell’Aquila. Non tanto per il menù – scampi, tonno, ostriche, polpo, calamari, scorfano, vino francese e champagne – quanto per la fattura: quasi 700 euro, intestati proprio all’ente che si occupa di case popolari. Il pranzo risale al 5 agosto e vedeva seduti allo stesso tavolo il presidente dell’Ater, Quintino Antidormi, il direttore generale Giancarlo Alterio, un dipendente e due conoscenti. Fino a qui nulla di anomalo, se non fosse per lo scontrino da 690 euro emesso a nome dell’ente pubblico.

I tentativi di difesa: «Ho pagato con la mia carta, errore del ristorante»

Il primo a intervenire è stato il direttore Alterio, che al quotidiano Il Centro ha spiegato: «Ho offerto io quel pranzo e ho pagato con la mia carta personale. L’intestazione all’Ater è stata un errore del ristoratore». Una versione che non convince tutti: per emettere una fattura a nome di un ente pubblico, infatti, servono i dati fiscali. Da qui il sospetto che non si tratti di un semplice errore, ma che l’Ater fosse già registrata come cliente del locale.

L’opposizione: «Serve un’istruttoria interna»

La vicenda ha scatenato l’opposizione. Pierluigi Iannarelli, segretario di Sinistra Italiana L’Aquila, in una nota ha chiesto chiarezza: «Chi dirige un ente pubblico, soprattutto se gestisce risorse fondamentali come quelle per l’edilizia popolare, ha il dovere di agire con sobrietà e trasparenza. Le spiegazioni rese finora non bastano». Iannarelli solleva anche un dubbio più pesante: «Il fatto che l’Ater fosse già presente nell’anagrafica del ristorante lascia pensare a una prassi consolidata. Questo aspetto merita di essere approfondito con un’indagine interna». Durissimo anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista: «È indecente mettere sul conto dell’Ater un pranzo con gli amici a base di ostriche e champagne».

Un caso destinato a pesare

Intanto, tra richieste di chiarimenti e sospetti di pratiche poco trasparenti, il “pranzo dei Parioli” rischia di trasformarsi in un caso politico. Perché se la giustificazione del direttore fosse confermata, si tratterebbe davvero solo di un errore amministrativo. Ma se invece fosse emersa l’abitudine a intestare spese private a un ente pubblico, si aprirebbe uno scenario molto più pesante per chi guida l’Ater.

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