Nuova manutenzione straordinaria per la Cappella Sistina: «L’overtourism ha messo a rischio gli affreschi»


La Cappella Sistina, cuore dei Musei Vaticani e meta di quasi sette milioni di turisti ogni anno, si prepara a un nuovo intervento di manutenzione straordinaria. Non un vero e proprio restauro, ma un controllo approfondito per valutare gli effetti dell’overtourism sulla più celebre opera pittorica di Michelangelo. L’appuntamento è fissato tra gennaio e marzo 2026: tre mesi di lavoro che non impediranno ai visitatori di ammirare la Volta e il “Giudizio Universale”. Grazie a ponteggi mobili ed elevatori, gli specialisti potranno ispezionare da vicino gli affreschi senza occultarne la visione. A riportarlo è Repubblica.
I rischi dell’overtourism
Ogni giorno circa ventimila persone attraversano la Sistina, generando calore, umidità, anidride carbonica e vapore acqueo. Delle condizioni che, a lungo andare, potrebbero minacciare la tenuta della pellicola pittorica. Per questo motivo, i Musei Vaticani hanno installato trenta sensori che monitorano costantemente i parametri climatici della cappella. L’intervento – come spiegato dal Vaticano – non sarà un restauro nel senso tradizionale. Sarà una sorta di “check-up”, necessario per verificare che l’afflusso straordinario di visitatori non provochi fenomeni di degrado.
La squadra di dodici restauratori
A guidare le operazioni ci sarà Paolo Violini, che è stato da poco nominato responsabile del Laboratorio restauro dipinti e materiali lignei. Con lui una squadra di dodici esperti che, lavorando nelle ore di chiusura al pubblico, ispezioneranno centimetro per centimetro le superfici. La conclusione è attesa prima della Settimana Santa, così da non interferire con le celebrazioni. Le operazioni prevedono rimozione della polvere, controllo di eventuali distacchi della pellicola pittorica e interventi localizzati su sali affioranti, trattati con carta giapponese e acqua distillata.
La tradizione secolare del mantenimento della Cappella
Il lavoro di manutenzione della Sistina ha radici lontane. Già nel 1543 papa Paolo III aveva istituito la figura del mundator, incaricato di rimuovere polvere e fumo dagli affreschi. Una tradizione che oggi vive grazie a tecniche e tecnologie moderne, ma con lo stesso obiettivo: proteggere la bellezza senza tempo degli affreschi michelangioleschi. Goethe, nel 1786, scrisse di essersi sentito «rapito e strabiliato» davanti a quelle immagini. E anche oggi, a distanza di secoli, il fascino della Sistina resta intatto. Ma perché continui a incantare le generazioni future, i suoi custodi sanno che lo stupore deve sempre andare di pari passo con la cura.