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Cellule «su misura» per combattere il tumore al cervello: la nuova scoperta tutta italiana

26 Agosto 2025 - 18:00 Alba Romano
tumore cervello cura sperimentale
tumore cervello cura sperimentale
Il team guidato da Serena Pellegatta all'Istituito Besta di Milano ha sviluppato linfociti potenziati capaci di attaccare il tumore cerebrale. Presto il test clinico

Una nuova speranza arriva dall’Istituto Neurologico Besta di Milano contro il glioblastoma, il tumore cerebrale più aggressivo e difficile da trattare. Un team guidato dalla ricercatrice Serena Pellegatta ha messo a punto una tecnica che sfrutta le stesse difese immunitarie del paziente. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications. Presto si prevede di iniziare i test clinici.

Come funziona il metodo delle “cellule su misura”

Il metodo parte da cellule già presenti nel tumore: i linfociti T infiltranti, che però sono pochi e spesso “esausti”, quindi inefficaci. I ricercatori li hanno isolati, selezionando quelli ancora reattivi e funzionali, e li hanno moltiplicati in laboratorio. Questi linfociti personalizzati, chiamati tr-TIL, una volta reinfusi nel paziente mantengono la memoria immunitaria e diventano capaci di riconoscere ed eliminare le cellule malate. Un altro passo avanti è stato possibile bloccando la proteina PD-L1, che il glioblastoma usa per nascondersi al sistema immunitario. Così i tr-TIL risultano ancora più attivi ed efficaci.

L’isolamento delle cellule tumorali e immunitarie

Il protocollo si basa sul materiale raccolto durante l’intervento chirurgico: i neurochirurghi estraggono il tessuto tumorale con il dissettore a ultrasuoni, includendo anche le cellule immunitarie. In laboratorio vengono poi isolati i linfociti identificati dal marcatore CD137 e coltivati con fattori che ne favoriscono la crescita e ne preservano le funzioni. La ricerca ha coinvolto 161 pazienti con glioma diffuso. Nei test preclinici, i linfociti così potenziati hanno rallentato la crescita del tumore nel 70% dei modelli animali, con un significativo aumento della sopravvivenza.

La sperimentazione clinica

Il protocollo è già stato adattato agli standard internazionali GMP, le linee guida internazionali che regolano la produzione di farmaci, dispositivi medici e, in generale, di prodotti destinati all’uso clinico. Ora si prepara la sperimentazione sull’uomo con lo studio ReacTIL, che dovrà verificare sicurezza ed efficacia della nuova terapia. «Il nostro lavoro dimostra che la terapia con tr-TIL può diventare una reale opzione per i pazienti affetti da glioblastoma», ha spiegato all’ANSA la dottoressa Pellegatta. Anche il professor Francesco Di Meco, direttore di Neurochirurgia del Besta, ha sottolineato l’importanza dello studio: «Le strategie immunitarie hanno già cambiato la lotta contro altri tumori. Con il glioblastoma finora non ci siamo riusciti, ma questa ricerca apre prospettive concrete».

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