Padova, l’assessora Margherita Colonnello festeggia la gravidanza con un fiocco arcobaleno: «Sceglierà mio figlio chi vuole essere»


Un fiocco arcobaleno per permettere al nascituro di scegliere chi vuole essere. È la decisione presa dall’assessora al Sociale di Padova Margherita Colonnello. Una scelta preannunciata in occasione del Pride del 31 maggio scorso, quando Colonnello aveva dichiarato apertamente, durante un intervento alla manifestazione, in cui aveva letto una lettera scritta al nascituro: «Mio figlio o figlia non avrà un fiocco rosa o azzurro per indicare il sesso bensì arcobaleno, simbolo di inclusione e di libertà». «Un domani potrei decidere se amare uomini o donne», aveva detto nel suo discorso, riportato poi in un post sui social.
Il fiocco arcobaleno
Così aveva detto a maggio e così la dem ha fatto ad agosto 2025. Una decina di giorni dopo la nascita del piccolo, avvenuta il 14 agosto, infatti, cinque fiocchi arcobaleno hanno addobbato la porta del suo ufficio a Palazzo Moroni, nel centro di Padova. Una scelta che ha attirato non poche critiche da parte dei più conservatori. Primo fra tutti il consigliere regionale Luciano Sandonà, che ha tuonato: «I bambini sono soggetti fragili, anche con i diritti, primo fra tutti la famiglia. Non è una questione di uguaglianza, xenofobia o omofobia, i sessi sono proprio diversi». Anche la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Elena Cappellini ha commentato la vicenda. «È l’ennesima manifestazione di quella visione ideologica della sinistra che, invece di difendere valori, regole e punti di riferimento chiari, preferisce smantellare ogni certezza in nome di un relativismo senza limiti. La tradizione del fiocco di nascita non è mai stata un’imposizione, ma un semplice simbolo di gioia condivisa: rosa per le bambine, azzurro per i bambini».
Gli altri esponenti di FdI
A lei si è aggiunto l’altro esponente del partito di Giorgia Meloni, Filippo Ascierto, che ha tacciato la scelta di «mancanza di serietà». Non è rimasto in silenzio nemmeno il consigliere provinciale e rappresentante dell’Udc, Vincenzo Gottardo: «Quello che trovo inaccettabile è l’uso delle istituzioni da parte della sinistra per imporre la propria visione ideologica anche su un evento tanto naturale come una nascita. […] Chi, come me, crede ancora che si nasca maschio o femmina, con un fiocco azzurro o rosa come da tradizione, oggi si sente escluso e non rappresentato. La sinistra continua a piegare ogni occasione, perfino la nascita di un bambino, alla propria propaganda identitaria».
Il nodo del nome: Aronne
Dopo la nascita, l’assessora ha condiviso la gioia con la proropria community. In un post su Instagram in cui appare insieme al marito, Cosimo Cacciavillani, ha spiegato la scelta del nome Aronne: «È un nome che viene da lontano, attraversando secoli e culture. Un nome che sa di ulivo, vite e vento di mediterraneo. È il nome di un ragazzo che prima dei vent’anni partecipava alle barricate dell’Oltretorrente: era il nome di un tuo bis bis nonno e ti auguriamo, affidandotelo, che tu possa scegliere sempre la luce, la speranza e l’amore di fronte a tutto ciò che incrocerai nella tua via».