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Trump torna ad attaccare George Soros: «Lui e suo figlio dovrebbero essere incriminati, non gli permetteremo di fare a pezzi gli Usa»

27 Agosto 2025 - 17:50 Ugo Milano
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Donald Trump torna ad attaccare George Soros e il figlio Alex su Truth Social: li accusa di finanziare proteste violente e invoca incriminazioni con il Rico Act

Donald Trump torna a prendersela con George Soros, e questa volta anche con suo figlio Alex. In un post pubblicato su Truth Social, il presidente degli Stati Uniti ha accusato il magnate ungherese e il suo erede di sostenere «proteste violente» in varie città americane, arrivando a invocarne l’incriminazione ai sensi del Rico, la legge federale contro il crimine organizzato. «George Soros e il suo meraviglioso figlio della sinistra radicale dovrebbero essere incriminati per il loro sostegno alle proteste violente, e a molto altro, in tutti gli Stati Uniti», ha scritto Trump. E poi va oltre, individuando in Soros e famiglia coloro che soffocano la libertà negli Usa: «Non permetteremo a questi pazzi di distruggere l’America, senza darle nemmeno la possibilità di “Respirare” ed essere Libera».

Una vecchia storia

Non è la prima volta che Trump prende di mira Soros, già bersaglio da anni di teorie complottiste che lo dipingono come il burattinaio della politica e della finanza mondiale. Dalla Women’s March di Washington del 2017 alla rivoluzione armena del 2018, fino alle proteste seguite all’uccisione di George Floyd, il miliardario è stato accusato di essere dietro a ogni grande mobilitazione. Anche per questo, nell’ultima parte del messaggio, Trump sembre inserire un riferimento alle recenti manifestazioni anti-Trump e contro le politiche migratorie in California, finite con scontri a Los Angeles e Portland e con una sparatoria a Salt Lake City. «Soros e il suo gruppo di psicopatici hanno causato gravi danni al nostro Paese! Compresi i suoi amici pazzi della costa occidentale. State attenti, vi teniamo d’occhio!» conclude, con una sorta di minaccia il presidente.

La risposta di Soros

Molte delle teorie complottistiche che negli anni sono sorte intorno alla figura di Soros si intrecciano con riferimenti alla sua origine ebraica. Il miliardario e filantropo ungherese è spesso accusato di essere a capo di organizzazioni sovrannazionali che oscuramente controllano il mondo politico e finanzairio. Non ultimo, nel marzo di quest’anno, Trump aveva accusato Soros di aver influito sul crollo in borsa e sul calo delle vendite di Tesla, l’azienda di Elon Musk. La Open Sociaty Foundation, la fondazione di Soros, che sul suo sito web si definisce «il più grande finanziatore privato al mondo di gruppi indipendenti che operano per i diritti, l’equità e la giustizia», ha prontamente risposto alle accuse, definendole «false e oltraggiose».

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