Muore in terapia intensiva, ma i parenti lo scoprono 13 ore dopo. L’ospedale si difende: «Abbiamo provato a contattarli, ma non rispondevano»


Muore in ospedale, ma prima che i parenti lo vengano a sapere passano 13 ore. È successo sabato 30 agosto all’ospedale Civico di Palermo, dove Rosa Bua, 62 anni, è deceduta nel reparto di terapia intensiva. «Era entrata in ambulanza il venerdì sera. Quando sono andato a trovarla non c’era, nessun medico mi ha informato della sua morte», denuncia il cugino Giusto Santoro. Dopo l’accesso in pronto soccorso Santoro aveva contattato il reparto, concordando una visita il giorno dopo (sabato 30 agosto) alle 13. Ma al suo arrivo il nome di Rosa Bua non risultava.
La scoperta del corpo in camera mortuaria
Dopo due ore una persona, a quanto sembra esterna all’equipe sanitaria, informa Santoro della morte: «Mi ha detto: “Le devo dare una triste notizia, la paziente è morta nella notte ed è stata portata in camera mortuaria”. È una scena che non dimenticherò più, i parenti non possono essere abbandonati così», racconta all’Ansa. La comunicazione alla fine è arrivata dai carabinieri, poco dopo, con una chiamata. A quel punto però Santoro aveva già scoperto il corpo in camera mortuaria: «Era in un sacco nero, con il nome scritto su una targhetta».
La risposta dell’ospedale
L’ospedale replica dicendo che «il medico di guardia della terapia intensiva già durante la serata, constatando l’aggravarsi della paziente ha cercato invano di contattare con molteplici telefonate i familiari, chiamandoli al numero di telefono dagli stessi fornito. Non essendo stato possibile rintracciarli», scrive ancora l’Azienda ospedaliera Civico, «ed essendo nelle more intervenuto il decesso, il sanitario ha chiamato i carabinieri. Gli stessi si sono recati presso il domicilio indicato dai parenti non riuscendo a rintracciarli e sono poi tornati in ospedale riferendolo al medico». Rosa Bua aveva delle patologie ed era in cura tra Palermo e Padova, fa sapere ancora Santoro: «L’ultimo controllo risale allo scorso 12 luglio ma nessuno di noi avrebbe immaginato un epilogo così repentino».
Foto copertina: Dreamstime / Luckynick | Ambulanza generica