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Il prof che dice «ebreo, handicappato, rompiballe» e viene sospeso dalla scuola, ma poi il tribunale lo assolve

02 Settembre 2025 - 17:04 Ygnazia Cigna
scuola docente insulti
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La vicenda del docente in un liceo scientifico toscano: cos'è successo

Frasi estrapolate dal contesto, interpretate come offensive e discriminatorie, e una sospensione ingiustificata. È quanto emerge dal caso di un professore di un liceo scientifico di Grosseto, ora assolto dalla sezione lavoro del tribunale della città. All’insegnante era stato contestato l’uso in classe di termini ritenuti dispregiativi, tra cui «ebreo, handicappato, nero, omosessuale, privo di figura paterna». La sanzione era stata disposta sulla base della segnalazione di uno studente, ma il procedimento giudiziario ha poi fatto emergere che l’amministrazione scolastica avesse amplificato, senza verificarne la correttezza, quanto denunciato.

Cosa è emerso dal processo

Il processo, infatti, ha ricostruito un quadro più complesso. La classe in questione, segnata da molte lacune accumulate durante il periodo di didattica a distanza per la pandemia da Covid, presentava comportamenti problematici e una certa indisciplina. Gli studenti erano stati trattati con indulgenza dai colleghi, che tolleravano ritardi nell’esecuzione dei compiti e nella preparazione, mentre il professore – poi sospeso per due giorni – manteneva un approccio rigoroso e lineare nella conduzione delle attività. Secondo il tribunale, la professionalità e la diligenza dell’insegnante, però, sono state travisate dagli studenti, che hanno coalizzato le loro rimostranze trasformandole in una segnalazione apparentemente grave.

La decisione del giudice

Lo stesso studente inizialmente promotore della segnalazione ha poi fatto retromarcia. Le parole erano state utilizzate in contesti educativi, per far comprendere ai ragazzi che tutti erano uguali, al di là di qualunque etichetta. I colleghi del professore hanno confermato la sua correttezza e il rispetto per gli studenti, sottolineando che il suo atteggiamento, seppur esigente, non aveva nulla di offensivo. Ed è anche emerso che il docente in questione si era attivato a difesa di uno studente vittima di bullismo, insultato dai compagni proprio con parole come «nero», usate in modo offensivo. Il giudice ha quindi dato ragione al professore. La scuola, secondo il tribunale, ha mancato nel ricostruire i fatti in modo completo, arrivando a conclusioni infondate. La sentenza ha annullato la sanzione disciplinare e ha condannato l’amministrazione scolastica al pagamento delle spese legali, pari a circa 5 mila euro (4.629 euro).

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