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È morto Emilio Fede, addio allo storico direttore del Tg4. Le figlie con lui fino alla fine: la carriera in Tv, il legame con Berlusconi e l’arresto per evasione

02 Settembre 2025 - 19:35 Giovanni Ruggiero
Emilio Fede
Emilio Fede
La lunghissima carriera in Tv, il suo Tg4 e il legame con Berlusconi. Poi il declino, l'arresto e il ricovero

È morto a 94 anni Emilio Fede, le cui condizioni di salute si erano aggravate nelle ultime ore. A confermare la notizia è stata la figlia Sveva al Corriere della Sera. Il giornalista era ricoverato da tempo nella Rsa San Felice di Segrate, alle porte di Milano. I funerali si terranno giovedì 4 settembre alle 16 nella parrocchia di Dio Padre, a Segrate. A celebrarli sarà il parroco don Gianni Cazzaniga.

Il ricovero, la malattia e il rapporto con le figlie

Da mesi era ricoverato presso la Residenza San Felice di Segrate, in provincia di Milano. Nel 2014 gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas e in quella occasione i medici gli avevano dato pochi mesi di vita. Eppure, lo storico conduttore è morto più di dieci anni dopo, all’età di 94 anni, oggi, martedì 2 settembre. Al suo capezzale, le figlie Sveva e Simona. «Papà è in condizioni critiche, purtroppo», aveva confermato al Corriere della Sera la prima, proprio poche ore fa. «Continua a lottare come un leone. È un guerriero», aveva aggiunto. Sempre Sveva, negli ultimi istanti di vita del padre, aveva ringraziato i fan e giornalisti per la vicinanza dimostrata: «Siete tutti con lui e lui è contento, tutti con lui, tutti voi giornalisti siete con lui. È importante, noi non avremmo voluto che la notizia uscisse fino a che le cose non si fossero risolte in un modo o nell’altro. Però poi alla fine voi l’avete saputo e abbiamo pensato che era una bella cosa perché lui si meritava questo saluto e questo cenno d’onore da parte di tutti i suoi colleghi», come riportato dall’Adnkronos.

L’annuncio ufficiale della famiglia

Con profondo dolore, la famiglia tutta annuncia la scomparsa di Emilio Fede, amato fratello, padre e nonno, giornalista e volto storico del panorama televisivo italiano. Emilio Fede ha rappresentato una figura di spicco nel mondo dell’informazione, lasciando un’impronta indelebile nella storia del giornalismo italiano. Con il suo stile unico e la sua capacità di raccontare con passione e dedizione gli eventi più significativi, memorabili le sue dirette, ha saputo informare e intrattenere milioni di telespettatori, attraversando epoche di grandi cambiamenti. Nel corso della sua lunga carriera, Emilio Fede ha ricoperto ruoli di grande prestigio e responsabilità, contribuendo a innovare il linguaggio televisivo e a formare generazioni di cronisti. Il suo lavoro, spesso accompagnato da opinioni vivaci e controverse, è diventato il simbolo di un giornalismo che non ha mai temuto di prendere posizione.  Il suo lascito professionale e umano rimarrà un punto di riferimento, non solo per il mondo dell’informazione, ma anche per tutti coloro che lo hanno conosciuto, stimato o criticato, ma mai ignorato. In questo momento di profondo dolore, ci stringiamo attorno alla famiglia, ricordando Emilio Fede con affetto e rispetto.  I funerali si terranno giovedì nella chiesa de Dio Padre a Milano 2 (orario da stabilire).

Le reazioni di amici e ammiratori

Neanche online sono mancati i saluti e i ricordi da parte di coloro che hanno conosciuto – più o meno da vicino – lo storico anchorman. «Saluto un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi. Buon viaggio Emilio», ha scritto sui social il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Gli ha fatto eco Gianfranco Rotondi, presidente della Dc: «Addio a Emilio Fede, amico leale, giornalista dalla carriera infinita conclusa con la direzione del quotidiano Dc La Discussione».

Chi era Emilio Fede

Nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, Emilio Fede ha diretto il Tg1, poi ha fondato Studio Aperto nel 1991 e ha guidato per 20 anni il Tg4. Coinvolto nel 2012 al processo Ruby-bis, da anni è oramai lontano dal piccolo schermo. A segnare profondamente gli ultimi anni, riporta Morvillo sul Corriere, è stata anche la morte di Diana De Feo, giornalista e poi parlamentare di Forza Italia, che sposò nel 1963, il cui matrimonio durò quasi sessant’anni. De Feo, che morì giugno 2021, lo lasciò vedovo. «Il dolore più grande», commentò lui, sulla donna con cui divise gran parte della sua vita. Una volta, per raggiungerla a Napoli per il compleanno, fu arrestato, e poi subito rilasciato, con l’accusa di evasione dai domiciliari. 

I guai con la giustizia, la politica e i libri

Dopo una prima cacciata nel 2010, rientrata per intercessione del Cavaliere, Fede lascia definitivamente Mediaset nel 2012, dopo l’esplosione di un nuovo scandalo con l’accusa di aver esportati capitali in Svizzera, e viene sostituito alla guida del Tg4 da Giovanni Toti. Su uno degli strascichi giudiziari di quella vicenda ha messo la parola fine nel 2021 la Cassazione, confermando a carico di Fede la condanna per tentata estorsione nell’ambito del processo per il fotoricatto nei confronti di Mauro Crippa, il direttore generale dell’informazione di Mediaset, da lui individuato come principale responsabile del suo licenziamento da Cologno Monzese.

Nel frattempo anche l’esperienza dell’arresto, a giugno 2020 su via Partenope, il lungomare di Napoli, mentre cena con la moglie Diana (morta un anno dopo) per festeggiare l’89/o compleanno, dopo aver evaso i domiciliari. Il gip rileverà poi che il giornalista era autorizzato a lasciare il proprio domicilio per motivi di salute – a Napoli era in cura da un ortopedico per i postumi di una caduta e da un cardiologo – sottolineando che l’età e la ricorrenza del compleanno «affievolivano notevolmente il fuoco del dolo dell’evasione».

Accanto all’esperienza politica – dalle candidature negli anni ’80 nelle file del Psdi alla fondazione dei movimenti Vogliamo vivere e Le ali della libertà – non si può non citare il Fede scrittore: tra i suoi libri, “Finché c’è Fede”, “Privé. La vita è un gioco”, “L’invidiato speciale”, “La foglia di fico”, “Samba dei ruffiani”, “La cena dei cretini” fino all’emblematico “Se tornassi ad Arcore. Bilancio di una vita da direttore” e ad “Africa. Storie di un inviato speciale”. Al cinema recita in un cameo nel ruolo di se stesso in Paparazzi di Neri Parenti (1998), oltre ad apparire in filmati di repertorio in diversi film, da Aprile di Nanni Moretti a Buongiorno, Notte di Marco Bellocchio.