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Processo Ciro Grillo, la ragazza che denunciò il gruppo vuole ascoltare la sentenza. Chiesti 9 anni, il pm: «Li sentiva dire: “Prendila, ora tocca a me”»

02 Settembre 2025 - 17:26 Ugo Milano
processo ciro grillo
processo ciro grillo
Domani o entro giovedì è attesa la decisione dei giudici sul figlio del fondatore M5S e i tre amici, accusati di violenza sessuale di gruppo nel 2019. La studentessa italo-norvegese potrebbe essere presente. Bongiorno: «La mia assistita non è una ninfomane, non è una disagiata, non è una Maga circe»

«La ragazza fin da subito, dopo la violenza, fa i nomi di tutti. Sente dire a uno di loro: “Prendila, adesso tocca a me”. È lei a dire: “Ricordo che tutti parlavano con tutti, li sentivo tutti attorno a me, vedevo con la coda dell’occhio anche le gambe”. È sempre lei che testimonia la presenza di tutti» Queste le parole del Procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, nel corso delle repliche al processo che vede imputati Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e tre suoi amici genovesi – Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria , per violenza sessuale di gruppo nei confronti di due studentesse, allora diciannovenni, nell’estate del 2019 in Costa Smeralda.

«Ha detto alla sua amica “Mi hanno violentato tutti”»

La sentenza è attesa per domani o al massimo nella giornata di giovedì. La giovane che ha denunciato le violenze, ha espresso la volontà di essere presente in aula per ascoltare il verdetto. «Mi ha chiesto di venire qui per ascoltare la lettura della sentenza. Vorrebbe esserci», ha dichiarato la sua legale Giulia Bongiorno. Sarebbe la prima volta che la ragazza prende parte a un’udienza a porte aperte, dopo anni di processo tenuto con udienze riservate. Il pubblico ministero Capasso nella sua requisitoria ha chiesto 9 anni di reclusione per ciascuno degli imputati, con anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. «La ragazza lo ha detto subito, al risveglio – ha sottolineato Capasso -. Ha detto alla sua amica: “Mi hanno violentato tutti”. Era sconvolta. È la prima cosa che dice, si è svegliata cosi la ragazza. Vi invito a riflettere sulla descrizione dettagliata. Al di là della denuncia fatta otto giorni dopo». 

La vicenda

Secondo l’accusa, la notte del 17 luglio 2019 le due ragazze avrebbero incontrato i quattro ragazzi in una discoteca della Costa Smeralda, decidendo poi di spostarsi nella casa in cui soggiornava Ciro Grillo con i suoi amici a Cala di Volpe. Qui l’allora 19enne avrebbe subito violenze di gruppo, mentre la sua amica si sarebbe addormentata sul divano, ritrovandosi coinvolta in fotografie a sfondo sessuale scattate senza il suo consenso.

L’intervento della legale Bongiorno: «La mia assistita non è una ninfomane. Fu spinta in doccia, incapace di urlare»

«La tesi sostenuta dalla difesa non è stata ‘C’era il consenso’ e nemmeno ‘Pensavano ci fosse il consenso’. Siamo andati oltre. La difficoltà è la prova contraria del dissenso. Per provare che non c’era dissenso la ragazza è stata accusata di essere una creatura assetata di sesso che va si tutte le furie quando non viene appagata da Francesco Corsiglia. La difesa dice: ‘Sono ragazzi esigenti’. Pensate che assistita orripilante che ho». Queste le parole dell’avvocata Giulia Bongiorno nelle repliche del processo. «La mia assistita non è una ninfomane, non è una disagiata, non è una Maga circe che ammalia i suoi uomini e li trasforma, anziché in animali in imputati, con le sue denunce. E’ una ragazza che è stata umiliata e massacrata e, anziché scappare via, con il suo dolore, come fanno molte, ha scelto di denunciare, pur consapevole di quello che le sarebbe successo». La legale ricorda l’episodio di qualche anno prima quando la giovane Silvia (il nome è di fantasia ndr) avrebbe subito un’altra violenza da un ragazzo del Nicaragua, in una tenda. «Un anno prima, episodio citato dalla difesa, quando non ha avuto il coraggio di denunciare come invece ebbe la seconda volta, confidava all’amica che il suo timore di denunciare era dovuto al fatto che purtroppo, per la società, chi denuncia può essere disagiato. Può essere qualcuno che inventa qualcosa o qualcuno che non è del tutto appagato. C’è una frase, bellissima, in cui la ragazza si dimostra facile profeta. Perché è quello che è successo qui ‘Finirò per essere considerata una puttana che si è pentita di avere fatto sesso‘. Ho concluso».

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