Aperta una maxi inchiesta su Phica e Mia Moglie, tra i reati anche quello di revenge porn: «Sulle piattaforme foto di minorenni»


Revenge porn, o sarebbe meglio dire all’italiana «diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti». È questa l’ipotesi di reato con cui la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al gruppo “Mia Moglie”, attivo su Facebook fino a pochi giorni fa e con oltre 32mila iscritti. Una inchiesta in cui i pm, appoggiandosi al lavoro della Polizia postale, dovranno accertare chi ha diffuso online foto di donne senza il loro consenso, accompagnandole con commenti e insulti sessisti.
L’indagine su Phica.eu e le foto di minorenni «ammesse»
Un reato pari e identico, con soggetti ben diversi, è quello che invece ha investito il sito Phica.eu. All’interno, secondo quanto riferisce Adnkronos, il presunto admin Vittorio Vitiello ammetteva anche foto di «minorenni vestiti e non soggetti dell’intero link». Quelli invece con minori in intimo o completamente nudi erano «vietati e da segnalare se trovati». Insomma, anche se non maggiorenni gli scatti potevano essere diffusi a patto che non presentassero nudità eccessive. Il fascicolo aperto dai pm romani sul forum potrebbe presto confluire in quello del gruppo Facebook, andando a formare una mega indagine. Sul sito Phica.eu sta però anche lavorando parallelamente la procura di Firenze, che ha aperto un fascicolo per diffamazione. Tra le migliaia di foto pubblicate senza consenso, comparivano infatti anche scatti dell’attuale sindaca Sara Funaro, insieme ad altre politiche di primo piano.
La denuncia di una donna: «Foto rubate quando riparano il cellulare»
Le carte in mano alle due procure si gonfiano di giorno in giorno. Sono tante le donne che hanno scoperto loro fotografie all’interno del forum sessista: «Tra quanti si appropriano degli scatti da profili social di vittime inconsapevoli, c’è anche chi le ruba in modo più meschino, approfittando del proprio lavoro di tecnico di telefoni e computer», ha denunciato una vittima. «Sotto a una foto, una persona ha commentato che quando gli portavano i telefoni e i computer a riparare, lui prendeva le foto e se ne appropriava. Non si è più libere nemmeno di portare il cellulare a riparare, che rischiamo di ritrovarci le foto della nostra galleria in siti del genere. Lo scambio di contenuti avviene su Telegram, video e foto vengono scambiate per soldi come fossero figurine».