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Vicenza, la storia del padre che va a riprendersi il figlio che l’ex moglie aveva portato in Romania

03 Settembre 2025 - 06:45 Alba Romano
nicholas vicenza figlio rapito
nicholas vicenza figlio rapito
Nicholas ha affittato un Piper e un investigatore privato. Poi ha agito. La madre: «Ha rubato mio figlio come uno 007»

«Ha rubato mio figlio come uno 007, l’ha portato via senza documenti con un aereo privato: com’è possibile che la giustizia non faccia nulla?». A parlare è Roxana, 47 anni, cittadina rumena. Ce l’ha con l’ex marito Nicholas C.D., 40 anni e all’epoca ufficiale dell’esercito americano di stanza a Vicenza. Il quale ha riportato in Italia il figlio di sei anni sottratto due mesi prima dalla moglie fuggita in Romania. E lo ha fatto il 30 luglio 2024 prendendolo sottobraccio e strappandolo alla madre. Per poi dirigersi verso l’aeroporto bulgaro di Ruse. Dove un Piper ha riportato entrambi in Italia.

Il figlio conteso

Una storia come tante di un figlio conteso da madre e padre dopo un divorzio. Oggi il bambino vive con Nicholas e la nuova compagna a Mantova. «Dovevo farlo. Per mio figlio, per il suo futuro. Se avessi aspettato troppo sarebbe stato sempre più difficile. Già aveva iniziato a dire che non mi riconosceva come papà. Nessuna istituzione muoveva un dito e allora ci ho pensato io», dice lui al Corriere della Sera. Spiegando che nel frattempo ha lasciato l’Army ed esercita adesso il mestiere di avvocato. Per questo ha ingaggiato un veterano dell’esercito britannico specializzato nel recupero di bambini stranieri all’estero (Jay) e poi un investigatore privato (Fabrizio) che ha trovato il figlio in Romania. E infine Giorgio, l’istruttore di volo. Che ha pilotato l’aereo fino in Italia.

L’ex moglie

Roxana, che un tempo dirigeva negozi di beauty, dice che ha denunciato l’ex marito alla polizia di Bucarest «ma la giustizia romena non può procedere perché è un militare americano». Lei nel frattempo è tornata in Italia: «Sono stata costretta ad andare in Romania con il bambino perché, dopo la fine del nostro matrimonio per un suo tradimento, non sapevo più come mantenermi. Vorrei ricordare che prima di partire il tribunale italiano aveva deciso che nostro figlio vivesse con me nella nostra casa, dalla quale però ero stata sfrattata. Non avevo soldi, non avevo residenza e nessuno mi dava lavoro. Cosa potevo fare? Avrò anche sbagliato a portare il piccolo in Romania ma non avevo alternative… e poi dietro a tutto questo c’è anche un problema di alcol, Nick beveva e non ci trattava bene…».

L’ex marito

Naturalmente questa versione è smentita da Nicholas: «Non è vero, né che lei fosse sul lastrico, visto che la famiglia ha varie proprietà, né che io fossi alcolizzato. Più semplicemente non accettava la fine del nostro rapporto e così mi ha creato molti problemi anche con l’esercito americano, ben sapendo che dicendo certe cose io avrei avuto delle conseguenze». Il 17 luglio il tribunale ha affidato il figlio minore «in via esclusiva e rafforzata al padre con collocamento dello stesso presso la sua residenza in Italia e con previsione che lui possa prendere da solo le decisioni di maggior importanza per il figlio relative all’istruzione, all’educazione, alla salute del minore».

Il piano

L’operazione è costata 40 mila euro. Nick l’ha chiamata Gardaland come il parco giochi preferito dal bambino. «Se qualcuno mi avesse fermato in Romania sarebbe fallita e addio figlio», dice oggi. Roxana può vederlo in videochiamata in presenza una volta a settimana. Insieme agli assistenti sociali: «E secondo lei può bastare un’ora a settimana a una madre? Lui ha bisogno di me e io di lui. Lui ha rubato mio figlio come uno 007, l’ha portato via senza documenti con un aereo privato: com’è possibile che la giustizia non faccia nulla?». Il capitano ha la sentenza dalla sua: «Il bambino è affidato a me in via esclusiva».

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