I 12 miliardi, il ruolo di Leo Dell’Orco, la successione: l’eredità e il testamento di Giorgio Armani. Chi riceverà le azioni?


Un patrimonio di 12 miliardi di euro e una successione già decisa. Con un comitato di transizione guidato dal compagno e manager Pantaleo detto Leo Dell’Orco. L’eredità di Giorgio Armani è nelle mani di un gruppo ristretto di fidatissimi. E c’è anche un testamento. Quando sarà aperto si conoscerà la risposta alla domanda più importante: chi riceverà il 99,9% della Giorgio Armani spa? Un comitato ristretto potrebbe prendere il timone fino a quando la nuova governance non sarà operativa. Nello statuto sono previste sei categorie di azioni. Armani oggi è un’azienda con 8.700 dipendenti e 623 negozi. Oltre a immobili, ville, alberghi, ristoranti e locali. Tra cui la storica Capannina di Forte dei Marmi rilevata lo scorso agosto.
L’eredità di Re Giorgio
Nel gruppo di armaniani che gestirà l’eredità di Re Giorgio dopo la sua morte, a parte Dell’Orco (72 anni e consigliere delegato), ci sono Federico Marchetti (fondatore di Yoox) e i familiari dello stilista. Ovvero Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio. E poi Rosanna e suo figlio Andrea Camerana. Tutti sono nel consilgio di amministrazione della capogruppo. Insieme a Irving Bellotti, banchere di Rothschild, che è anche componente del board della Fondazione Armani. Lo statuto della Giorgio Armani spa è stato approvato in assemblea nel 2016 e integrato a settembre 2023. Introducendo azioni senza voto. Sarà adottato alla data di apertura di successione. L’imprenditore nel testamento ha potuto disporre di tutto il suo patrimonio. Perché non ci sono quote di legittima da soddisfare.
Lo statuto
Il Corriere della Sera spiega che nello statuto sono previste sei categorie di azioni, dalla A alla F. E due senza voto introdotte successivamente. I soci A avranno il 30% del capitale, i soci F il 10% e tutti gli altri il 15%. Ogni azione A dà diritto a 1,33 voti e ogni F a 3 voti. E quindi i soci A+F con il 40% del capitale avranno il 53% dei voti alle assemblee. I soci A possono nominare tre consiglieri, tra cui verrà scelto il presidente. I soci F ne potranno nominare due e scegliere l’amministratore delegato. Il numero di componenti del board è fissato a 8 membri. Non solo. I consiglieri A e F potranno decidere su piani industriali, acquisizioni e cessioni. Basta la maggioranza assoluta per approvare il bilancio.
I nipoti e Leo Dell’Orco
L’assemblea straordinaria e il 75% dei voti sono invece necessari per fusioni, scissioni e modifiche allo statuto. Un ruolo lo avranno i nipoti. Tra questi c’è Andrea Camerana, figlio di Rosanna e sposato con Alessia Aquilani in arte Alexia. Poi Silvana e Roberta, figlie di Sergio. Ma è Leo Dell’Orco che deciderà sulle collezioni uomo. La linea EA7 deve il suo nome proprio alla passione di Dell’Orco per Andriy Schevchenko, che al Milan portava quel numero di maglia. Sergio Galeotti, co-fondatore della Giorgio Armani Spa, è morto nel 1985.
L’azienda
L’azienda ha chiuso il 2024 con 2,3 miliardi di ricavi. E 600 milioni di liquidità con cui sostenere la crescita futura. La Fondazione Armani già oggi ha lo 0,01 del capitale della Giorgio Armani spa. È gestita da tre consiglieri, tra cui sempre Dell’Orco, Bellotti e lo stesso Armani. Che ora verrà sostituito da Camerana. Lo statuto non esclude una quotazione in Borsa. Ma dovranno passare 5 anni. Oltre a una gestione finanziaria equilibrata e al reinvestimento degli utili
Il lascito
Il lascito comprende anche altro. L’Olimpia Basket, la Fondazione Armani Silos e le ville, oltre agli oggetti d’arte e agli immobili commerciali e industriali. Poi c’è il 5% negli yachts di Italian Sea Group (che in Borsa vale altri 14 milioni) e la partecipazione storica in EssilorLuxottica. Per 35 anni Armani ha conservato la sua partecipazione, nel frattempo diluita al 2% di Essilux. Attualmente valgono 2,5 miliardi. ,La licenza per la produzione e la distribuzione di occhiali a marchio Giorgio Armani, Giorgio Armani Privè, Emporio Armani, EA7 Emporio Armani e A/X Armani Exchange con il gruppo scadrà nel 2038.