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Ecco come a Gaza broker e prezzi gonfiati affamano le famiglie

08 Settembre 2025 - 17:53 David Puente
Gaza broker crisi contanti
Gaza broker crisi contanti
Il video realizzato da un giovane palestinese conferma l'inchiesta delle commissioni degli intermediari pubblicata da Euronews

In un reel pubblicato dall’account Instagram @seen.palestine, un giovane palestinese mostra la quotidianità della Striscia di Gaza, dove per avere denaro contante bisogna rivolgersi a un intermediario che trattiene il 35% come “commissione”. Secondo il racconto, i contanti sono l’unico metodo di pagamento accettato al mercato per acquistare riso, olio, farina e conserve per sfamare la sua famiglia di sei persone. Alimenti che, secondo la versione (non confermata) fornita dal giovane, Israele farebbe entrare non come veri aiuti umanitari, ma come merci poi rivendute a caro prezzo dai commercianti.

A Gaza non esiste una valuta propria. Infatti, quella utilizzata è lo shekel israeliano, ma solo se le banconote non sono vecchie o logore. Un problema enorme, soprattutto perché Israele ha smesso di inviare banconote nuove nel tentativo di impedire a Hamas di pagare i propri membri e per acquistare armi.

Il reel conferma quanto riportato da un’inchiesta di Euronews, pubblicata a luglio, la quale documenta come le commissioni degli intermediari siano salite fino al 40%, trasformando il contante in un bene raro quanto cibo, carburante e medicine. «La gente sta piangendo sangue per questo», ha raccontato un residente di Gaza City. Intanto i prezzi volano, toccando i 100 dollari per un chilo di zucchero e 25 dollari per un litro di benzina.

L’economia al collasso nella Striscia di Gaza

Il quadro è quello di un’economia allo stremo per i palestinesi nella Striscia di Gaza. Da un lato il blocco israeliano, che limita l’arrivo di banconote. Dall’altro una rete di intermediari che specula attraverso commissioni pesanti. I commercianti, a loro volta, accettano solo contanti e rifiutano alternative come Iburaq, il sistema di pagamento digitale introdotto dall’Autorità Monetaria Palestinese. Secondo Euronews, spesso gli stessi broker controllano anche la vendita dei prodotti. Infine, non è dato sapere se parte delle commissioni e dei guadagni ottenuti attraverso questo sistema non vengano poi versati a Hamas.

Per chi non può permettersi simili costi resta solo da affidarsi agli aiuti umanitari, ma anche qui i numeri raccontano un fallimento. Secondo i dati del portale UN2720, tra maggio e luglio 2025 su oltre 40.000 tonnellate di aiuti entrati a Gaza, quasi 24.000 sono state intercettate lungo il tragitto da bande armate o da civili disperati. Solo 4.200 pallet hanno raggiunto le famiglie. Un problema ignorato nel reel di @seen.palestine.

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