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Sparatoria su un bus a Gerusalemme: almeno 6 morti. Il fuoco sui passeggeri e la fuga della folla nel traffico. Hamas: «Un’azione eroica» – Il video

08 Settembre 2025 - 12:50 Ugo Milano
netanyahu gerusalemme attentato
netanyahu gerusalemme attentato
I due terroristi che hanno sparato sono stati uccisi. Sul luogo dell'attentato anche Netanyahu. Condanna unanime dei leader occidentali

Due uomini armati hanno aperto il fuoco contro un autobus pieno di passeggeri a Ramot Junction, lo snodo stradale all’ingresso nord di Gerusalemme. Sarebbero morte sei persone e si conterebbero una una dozzina di feriti. Alcuni di loro in gravi condizioni. Testimoni riferiscono che gli attentatori sono saliti a bordo prima di sparare con una mitragliatrice artigianale. La polizia li ha «neutralizzati», come ha fatto sapere in seguito. Hamas ha commentato il gesto come una «azione eroica», mentre il ministro israeliano di ultradestra Bezalel Smotrich ha chiesto lo smantellamento immediato dell’Autorità nazionale palestinese. Sul luogo dell’attentato anche il primo ministro Benyamin Netanyahu.

blocco stradale dopo la sparatoria
Il blocco stradale pochi istanti dopo la sparatoria

L’attentato a Gerusalemme

Proprio in queste ore, almeno sei persone sono morte e 15 sono rimaste ferite in un sospetto attentato con armi da fuoco a Gerusalemme Nord. Lo riferiscono i media israeliani citando i soccorritori del Magen David Adom (Mda), presenti sul luogo della sparatoria avvenuta alla fermata dell’autobus all’incrocio Ramot. L’Mda ha aggiunto che due terroristi sarebbero stati «neutralizzati».  Il notiziario di Channel 12 ha intervistato il paramedico del servizio ambulanze arrivato sul luogo dell’attacco: «Siamo arrivati in massa non appena abbiamo sentito la segnalazione. Una volta sul posto abbiamo visto persone che giacevano prive di sensi ai lati della strada e sul marciapiede vicino alla fermata dell’autobus. C’è molta distruzione sulla scena, vetri rotti a terra e molta confusione. Abbiamo iniziato a fornire cure mediche ai feriti e continuiamo a curarli e a trasportarli in ospedale».

Hamas: «Benediciamo l’azione eroica»

Dopo l’attentato di questa mattina, lunedì 8 settembre, non ha tardato il commento di Hamas. «Benediciamo l’azione eroica, una risposta naturale ai crimini dell’occupazione», ha scritto l’organizzazione sul proprio canale Telegram, celebrando la sparatoria a Gerusalemme, che ha provocato la morte di almeno sei civili israeliani. Dal canto suo, Il ministro israeliano di ultradestra Bezalel Smotrich ha chiesto lo smantellamento dell’Autorità nazionale palestinese. «Lo Stato di Israele non può accettare un’Autorità nazionale palestinese che cresce ed educa i propri figli per uccidere gli ebrei – ha scritto su X – l’Autorità nazionale palestinese deve scomparire dalla mappa e i villaggi da cui provengono i terroristi dovrebbero assomigliare a Rafah e Beit Hanoun». Queste due città di Gaza sono state rase al suolo durante il conflitto.

Netanyahu convoca il vertice di sicurezza

A seguito dell’attentato, il premier Netanyahu ha convocato un vertice di sicurezza per valutare la situazione insieme ai vertici nazionali. Giunto sul posto questa mattina, subito dopo l’accaduto, ha commentato: «siamo impegnati in una feroce guerra contro il terrorismo su più fronti, ci sono stati certamente dei successi, ma purtroppo non stamattina». Secondo quanto affermato dal primo ministro, l’attacco ai civili israeliani servirebbe solo a motivare l’Idf a completare le proprio missioni il più velocemente possibile. «Questi attentati non ci indeboliscono. Al contrario aumentano la nostra determinazione a completare le missioni che ci siamo assunti, sia a Gaza, sia in Cisgiordania, ovunque».

Il possibile accordo di pace mediato da Trump

Eppure, soltanto nella giornata di ieri, 7 settembre, Donald Trump ha avanzato una nuova proposta per il raggiungimento della pace tra le parti. «Tutti vogliono che gli ostaggi tornino a casa. Tutti vogliono che questa guerra finisca! Gli  israeliani hanno accettato i miei termini. È ora che anche Hamas  accetti», ha scritto sul social Truth. Secondo quanto dichiarato dal presidente, si tratterebbe di un vero e proprio ultimatum: «Ho avvertito Hamas delle conseguenzedel mancato accordo. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne  sarà un altro», ha concluso. La proposta prevederebbe la liberazione dei 48 ostaggi israeliani rimanenti in cambio di un cessate il fuoco immediato e della fine dell’operazione  dell’Idf per occupare Gaza City. n cambio, Israele rilascerebbe tra  2.500 e 3.000 prigionieri palestinesi, tra i quali centinaia di detenuti  condannati all’ergastolo per l’uccisione di israeliani.

Hamas: «Siamo pronti a trattare»

Dopo la proposta avanzata da Trump, una fonte vicina ad Hamas ripresa dalla testata israeliana Ynet avrebbe fatto sapere di essere disposta almeno a valutare l’ultimatum. Secondo quanto riportato dalla fonte «Hamas ritiene necessario chiarire alcuni aspetti, in particolare il rapporto tra il numero degli ostaggi rilasciati e la quantità di prigionieri che Israele libererebbe». È di poche ore fa la nota ufficiale emessa da Hamas dove dichiara di accogliere «con favore qualsiasi iniziativa che contribuisca agli sforzi per fermare l’aggressione contro il nostro popolo». L’organizzazione si è detta pronta a «sedersi al tavolo delle trattative per discutere il rilascio di tutti i prigionieri in cambio di una chiara dichiarazione di fine della guerra».

Israele: «Consideriamo la proposta di Trump, ma necessaria una commissione d’inchiesta sul 7 ottobre»

Dal canto suo, Israele ha dichiarato di considerare la proposta di Trump. Una fonte vicina al primo ministro Benjamin Netanyahu, come riporta la tv pubblica Kan – ha affermato che «Israele sta considerando molto seriamente la proposta del presidente Trump, ma teme che  Hamas continuerà a rifiutarla». Trump ha poi scritto su Truth che «gli israeliani hanno accettato» le sue condizioni. Inoltre, Tel Aviv ha avanzato un’altra richiesta. Quella di istituire una commissione statale d’inchiesta sui fatti del 7 ottobre. Lo riporta il Times of Israel, che racconta di come il premier israeliano Isaac Herzog abbia evidenziato la necessità di «studiare a fondo il fallimento, il disastro, l’intera catastrofe, per comprendere, imparare e trarre insegnamenti». Secondo quanto dichiarato da Herzog, il ruolo di una commissione di questo tipo «non è politico». «Non istituirla, sarebbe un grave errore», ha concluso.

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