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«Rino, non si gioca con chi uccide bambini», spunta uno striscione sotto casa di Gattuso: nel mirino la partita contro Israele

08 Settembre 2025 - 16:50 Ugo Milano
rino gattuso
rino gattuso
Nei giorni scorsi Gattuso aveva condannato l'uccisione di bambini e civili, sostenendo però di dover giocare la partita. Stasera in Ungheria si giocherà l'andata

Al ct della nazionale non è bastato dichiararsi «un uomo di pace», né parlare in conferenza stampa del dolore nel vedere «civili e bambini che ci lasciano la vita». L’unico modo per dare un segnale è non giocare la partita contro Israele. O almeno non quella in casa, che sarà a Udine il 14 ottobre. A sostenerlo è un gruppo di cittadini di Corigliano-Rossano, città natale di Rino Gattuso, che hanno appeso uno striscione sotto la casa del loro concittadino: «Rino, non si gioca con chi uccide bambini».

Il gesto alla vigilia del match di andata

Lo striscione è arrivato prima della partita di andata Israele-Italia, che si giocherà stasera in Ungheria alle 20:45. «Per una volta gli italiani sarebbero orgogliosi di non vedere la Nazionale in campo», ha scritto il gruppo calabrese protagonista della protesta, considerando il ritiro l’unica opzione possibile per schierarsi contro la guerra a Gaza. Gattuso in conferenza stampa aveva escluso ogni possibilità: «Fa male al cuore vedere bambini uccisi, dopodiché noi facciamo un altro mestiere».

La petizione di Possibile

Oltre 25mila persone hanno deciso di firmare per fermare la partita, affidandosi alla campagna “Stop the game” lanciata da Possibile. «Suleiman Obeid, che era soprannominato “il Pelé della Palestina”, è stato ucciso mentre aspettava gli aiuti umanitari. Giocare Italia-Israele è un affronto alla memoria delle vittime», scrivono i promotori chiedendo a Fifa e Uefa l’esclusione della nazionale israeliana «come successo nel 2022 con quella russa». Sull’opportunità di giocare la doppia sfida del girone di qualificazione ai mondiali si era espresso anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni. Il primo cittadino aveva parlato dei rischi per l’ordine pubblico: «Ci sono state manifestazioni di dissenso un anno fa, non potranno non essercene tra un mese e mezzo».

La risposta della politica

Se il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto smentendo qualsiasi problema di ordine pubblico, il ministro dello Sport Andrea Abodi due settimane fa era entrato nel merito della questione: «Lo sport deve unire. E poi la Russia è stato un caso molto più cruento, con una violazione di sovranità». Sulla stessa linea il leader della lega Matteo Salvini: «Spero in una partita serena, lo sport avvicina».

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