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«Saman Abbas uccisa dal clan familiare, non sopportava la sua autonomia». Cosa hanno scritto i giudici nelle motivazioni della sentenza d’appello

09 Settembre 2025 - 14:14 Ugo Milano
saman abbas
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Nel documento depositato dai giudici di Bologna la ricostruzione dei «futili motivi» che hanno portato 5 familiari a uccidere la 18enne pachistana nel 2021: «Non accettavano la sua scelta di vivere libera»

«L’omicidio di Saman è stato premeditato dal clan familiare, che non sopportava il desiderio di autonomia della ragazza». Che l’omicidio di Saman Abbas fosse premeditato lo aveva già stabilito la Corte d’Appello di Bologna, nel dispositivo con cui lo scorso aprile ha condannato all’ergastolo genitori e cugini della 18enne, e a 22 anni lo zio. Ora arrivano le motivazioni della sentenza. Nel documento si legge che «la determinazione omicida è stata assunta dal clan con fredda lucidità e programmata per un congruo lasso di tempo, ritenendosi insopportabile il fatto che Saman», uccisa nella notte tra il 30 maggio e il 1 aprile 2021 a Novellara di Reggio Emilia, «avesse deciso non solo di scegliere di vivere liberamente e in piena autonomia la propria vita ma anche in distonia con i valori etici e il credo religioso della famiglia».

Il corpo della ragazza trovato un anno dopo l’omicidio

I genitori hanno progettato, i cugini e lo zio hanno eseguito. Per poi sopprimere il cadavere e nasconderlo in un casolare dov’è stato rinvenuto nel novembre 2022. Nei mesi precedenti all’omicidio, Abbas non viveva con i familiari ma in una struttura gestita dai servizi sociali. Hanno aspettato che la ragazza tornasse a casa per ucciderla. Tornò l’11 aprile, forse per cercare di riavere i propri documenti. Il 5 maggio successivo i carabinieri non trovarono nessuno in casa. Il padre e la madre sono stati arrestati in Pakistan ed estradati tra il 2023 e il 2024: hanno presentato entrambi al processo di secondo grado.

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