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Marte, la scoperta della Nasa: «Ritrovati potenziali indizi di vita antica»: cosa sappiamo

10 Settembre 2025 - 18:49 Davide Aldrigo
marte tracce vita rover perseverance nasa
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Analisi più approfondite al ritorno sulla Terra, ma non si può escludere del tutto che siano residui di qualche forma di vita

C’è vita su Marte? È ancora presto per dirlo, ma gli ultimi dati raccolti potrebbero accendere la fantasia dei più speranzosi. Infatti, il rover Perseverance della Nasa, durante le ricerche condotte nel cratere Jezero nel 2024, ha scoperto nuove tracce di sostanze organiche, associate a minerali solfati. E sebbene l’ipotesi più probabile per la loro origine sia la reazione di gas magmatici, non si può del tutto escludere che queste tracce siano residui di una degradazione di materia microbiotica antica. Il Sapphire Canyon, un piccolo campione di roccia di appena 6 centimentri di altezza, potrebbe insomma nascondere delle potenziali biofirme.

C’è anche l’Italia nel team che indaga i campioni di Marte

Pubblicato su Nature Astronomy da un team internazionale guidato dall’astrobiologa Teresa Fornaro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), lo studio si basa sui dati raccolti dallo spettrometro Sherloc su alcuni campioni provenienti da due aree nei pressi del cratere Jezero, denominate Quartier e Pilot Mountain. Secondo Fornaro, lo strumento avrebbe rivelato forti segnali «associati spazialmente a solfati di magnesio e calcio, che sulla Terra mostrano grandi capacità di preservazione della materia organica».

Le analisi in attesa del ritorno del rover

Per le analisi più dettagliate bisognerà aspettare il ritorno del rover sulla Terra, ma nel frattempo il team ha condotto esperimenti con materiali marziani simili nel Laboratorio di Astrobiologia dell’Inaf a Firenze. Per quanto riguarda l’ultima scoperta, chiarisce Fornaro, «sebbene non siano state trovate prove che questa materia organica sia di origine biologica, non è possibile escludere completamente che le sostanze organiche rilevate in queste rocce possano derivare dall’alterazione chimica di antichi composti biotici».

«La cosa più vicina alla scoperta della vita su Marte»

Atterrato su Marte nel febbraio 2021, il rover Perseverance ha ancora una lunga strada davanti a sé. Il suo ritorno, infatti, non è previsto prima del 2035, ma la missione che sta portando avanti, Mars 2020, sembra stare dando i suoi frutti. Per la recente scoperta è grande l’entusiasmo anche da parte della NASA: per quanto si tratti «di una firma, di un segno lasciato, non di una forma di vita di per sé», i risultati sono stati comunque definiti come «la cosa più vicina alla scoperta della vita su Marte».

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