«Un brutto episodio di censura che viola il principio della libertà di stampa»: Tajani difende Del Vecchio, la giornalista cacciata dalla Flotilla


«Un brutto episodio di censura che viola il principio della libertà di stampa». Con queste parole, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani esprime la sua solidarietà nei confronti di Francesca Del Vecchio, la giornalista de La Stampa, «cacciata» dalla Global Sumud Flotilla, l’imbarcazione diretta a Gaza con un carico di aiuti umanitari. «Ricordo le mie giornate da inviato nelle zone di guerra. Un lavoro appassionante, ma non facile quello del giornalista in teatri ostili – ha scritto Tajani in un post sui social – ma sempre con la voglia di raccontare la verità che vedevo con i miei occhi. Per questo comprendo l’amarezza di Francesca Del Vecchio, la giornalista cacciata dalla Flotilla, a cui do la mia solidarietà».
«Non si può essere in favore della libertà solo quando fa comodo». Poi cita Voltaire
Per il ministro, l’allontanamento della giornalista è in netta contraddizione con i valori che l’iniziativa stessa dichiara di voler rappresentare: «Si è trattato di un atto che viola il principio della libertà di stampa, elemento cardine del nostro sistema democratico». Il ministro ha sottolineato come raccontare un’iniziativa del genere – alla quale partecipano 58 cittadini italiani – sia «una nobile e coraggiosa scelta professionale». E poi ancora: «Non si può essere in favore della libertà, della democrazia e del pluralismo solo quando fa comodo. Diceva Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. Parole – conclude Tajani – che devono far riflettere tutti coloro che credono nel pensiero unico e che cercano di tappare la bocca o di chiudere il computer a chi la pensa diversamente. Viva la Libertà!».
Cosa è successo?
La giornalista de La Stampa, Francesca Del Vecchio, ha denunciato, sulle pagine del giornale per cui scrive, di esser stata espulsa dalla missione della Global Sumud Flotilla perché considerata «pericolosa». Contattata dall’Ansa, la reporter ha scelto di smorzare i toni: «Non voglio essere protagonista di nessuna storia e non denuncerò nessuno. Per me è finita così. Quello che mi preme è la libertà di stampa, ma ero e resto convinta della bontà dell’iniziativa», ha dichiarato. Nel suo articolo, la reporter aveva denunciato di essere stata allontanata ancora prima della partenza, nonostante un accordo preliminare che prevedeva la sua presenza fissa a bordo per documentare ogni fase della missione.
La replica
Di fronte alle accuse, la portavoce italiana della missione, Maria Elena Delia, ha replicato con fermezza, respingendo ogni riferimento a un attacco alla libertà di stampa. «Abbiamo il massimo rispetto per i giornalisti. I media rappresentano per noi una delle più grandi forme di protezione. Saremmo folli a non rispettarli. Ma chi si imbarca, giornalista o no, è anche un passeggero, e deve rispettare regole comuni dettate dalla sicurezza», ha dichiarato. Secondo la portavoce, l’allontanamento sarebbe stato deciso dagli equipaggi delle imbarcazioni, in linea con le misure precauzionali adottate per garantire la sicurezza della missione: «Nel caso di Francesca Del Vecchio, purtroppo, alcune regole condivise non sono state rispettate. In particolare, nei primi giorni avevamo chiesto a tutti i partecipanti di non rivelare l’ubicazione delle barche o i dettagli sull’addestramento. Lei ha diffuso queste informazioni, generando smarrimento tra gli altri passeggeri e minando la fiducia reciproca».