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Calenda senza peli sulla lingua a Schifani: «La Sicilia è da buttare». Il governatore si offende e diserta la convention di Forza Italia

13 Settembre 2025 - 18:44 Alba Romano
carlo calenda renato schifani sicilia forza italia
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Lo scambio acceso di vedute sarebbe avvenuto poco prima dell’intervento del segretario di Azione alla convention di San Benedetto del Tronto. Calenda ha poi fornito una spiegazione, senza però ritrattare quanto detto

Uno scambio di vedute acceso, qualche battutina di troppo e un tono leggermente sopra le righe: lo scontro tra il presidente della Sicilia Renato Schifani e il segretario di Azione Carlo Calenda ha infiammato il backstage di “Azzurra Libertà”, la convention dei giovani di Forza Italia a San Benedetto del Tronto. Calenda, che lì era ospite, avrebbe descritto la Sicilia come una Regione «da cancellare», posizione che il segretario nazionale di FI ha ritenuto un insulto inaccettabile tanto da disertare la kermesse e il suo intervento. 

Le parole di Calenda

Su quel palco, esattamente dopo colui che aveva «insultato» la sua Regione, Schifani non aveva intenzione di salire. «Ha offeso la Sicilia», così il governatore siculo ha spiegato la decisione di abbandonare San Benedetto del Tronto. «Un comportamento assurdo da parte di un ospite, lui era a casa mia in quel momento». Secondo quanto ha raccontato ad Ansa, Calenda l’avrebbe avvicinato nel dietro le quinte della convention: «Sai cosa penso della Sicilia… È da cancellare, da cancellare». Di fronte alle argomentazioni di Schifani, che avrebbe tentato di puntualizzare come negli ultimi anni la Sicilia sia stata la Regione cresciuta di più in termini di Pil, il segretario di Azione avrebbe insistito: «La Sicilia è da buttare, questi qui che non aboliscono il voto segreto devono andarsene al confino», riferendosi al fatto che in Consiglio regionale i delegati votano appunto con la garanzia dell’anonimato. 

Le mezze scuse di Calenda: «Gli ho detto quello che penso»

Non ci ha messo molto ad arrivare la replica di Carlo Calenda, che ha portato le sue scuse senza però ritrattare sui contenuti oggetto dello scontro verbale: «Mi spiace che Schifani si sia offeso. Semplicemente gli ho detto ciò che penso. I siciliani sono vittime di una sistema clientelare, costoso e inefficiente. Un sistema che non è nato ieri ma che ha accompagnato la storia della regione dallo statuto speciale».

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