«Vi spiego perché Putin attaccherà l’Europa entro tre anni»


Il lituano Andrius Kubilius è il commissario europeo alla difesa. E dice che Vladimir Putin è il «nemico pubblico numero uno dell’Ue». E che la Russia sta preparando un attacco all’Europa «nei prossimi 3-4 anni». Mentre i droni russi sulla Polonia sono un «test». E non un incidente. Per questo «dobbiamo prepararci». Sapendo che chi non investe in difesa danneggia tutti gli altri. In un’intervista rilasciata a Repubblica Kubilius dice che la Russia in Polonia ha testato le capacità della Nato e dell’Ue.
La protezione dei cieli
«Voleva capire come avremmo reagito e come siamo in grado di proteggerci. Abbiamo imparato una cosa importante: l’Alleanza ha reagito in modo positivo. Ma abbiamo capito anche un altro aspetto meno positivo». Ovvero «che il sistema di protezione anti-droni non è ben sviluppato. Gli ucraini sono in grado di distruggere l’80 o il 90% dei droni utilizzando le moderne tecnologie. Dobbiamo imparare da loro. Ecco perché due settimane fa con la presidente della Commissione abbiamo visitato i tutti i paesi della linea del fronte. Era già allora molto chiaro ciò che i paesi in prima linea stavano chiedendo: uno scudo di difesa del confine orientale. Con due componenti principali: il classico anti mobility e un muro anti-droni».
Un muro anti-droni
Kubilius auspica «un sistema che prima di tutto ci permetta di “vederli” per fermarli. Gli ucraini hanno costruito un’intera rete di sensori acustici perché con i radar tradizionali i droni non si individuano». Un muro non necessariamente targato Nato o Ue. Ma «da sviluppare tutti insieme. Dobbiamo però capire che paesi come la Finlandia, gli Stati baltici, la Polonia e anche l’Ucraina, stanno difendendo non solo se stessi, ma l’intera Unione europea. Ecco perché dovrebbe esserci un progetto europeo».
L’articolo 5 della Nato
Sul possibile attacco di Putin all’Europa Kubilius cita «ciò che i servizi di intelligence dicono. Ad esempio, quello tedesco: dicono che Putin sarà pronto a testare l’articolo 5 della Nato entro tre o quattro anni. Recentemente ancora i servizi tedeschi ci hanno riferito di avere prove che al Cremlino stanno discutendo questo tipo di piani. Metteranno in atto questi progetti di aggressione? Questa è la domanda da porci». La risposta è che dipende anche da noi: «Se costruiremo molto rapidamente e aumenteremo le nostre capacità di difesa, ciò che abbiamo nei nostri piani Readiness 2030, allora saremo pronti a scoraggiare qualsiasi aggressione. Per lo stesso motivo abbiamo approvato il meccanismo dei prestiti per 150 miliardi di euro a cui l’Italia sta partecipando molto attivamente».
La no fly zone tra Polonia e Ucraina
E sulla preparazione di una no fly zone tra Polonia e Ucraina, Kubilius dice che «rappresenterebbe un forte sviluppo. È stata una richiesta dell’Ucraina fin dall’inizio della guerra. Ma non so se questa sia la scelta dell’Alleanza atlantica». Difendere Kiev però è comunque fondamentale «perché l’Ucraina sta proteggendo noi. In tre anni abbiano dato circa 60 miliardi di euro, la stessa somma degli americani. Ma 20 miliardi di euro l’anno rappresentano meno dello 0,1% del nostro Pil. La nostra risposta agli attacchi russi contro l’Ucraina e alle provocazioni verso la Polonia dovrebbe essere un investimento nella produzione di droni ucraini. Così Putin capirà che non otterrà nulla con la guerra. E che anzi l’Ucraina potrà attaccare obiettivi russi».