Scuole italiane, più della metà senza agibilità: pochi controlli sui solai e meno investimenti in manutenzione


Anno nuovo, edifici vecchi. Molto vecchi. È l’immagine che emerge dalla XXV edizione di Ecosistema Scuola, il report di Legambiente che fotografa lo stato dell’edilizia scolastica in Italia. I dati, raccolti in 97 Comuni capoluogo e relativi a oltre 7mila scuole dell’infanzia, primarie e medie raccontano una realtà preoccupante: meno di un edificio su due, il 47%, ha il certificato di agibilità. E solo il 45% ha il collaudo statico. Nelle zone in cui dovrebbero essere adottate le maggiori cautele, quelle sismiche, appena il 15% delle scuole è stato costruito o adeguato secondo le norme antisismiche.
La sicurezza dei solai
Secondo il rapporto visionato in anteprima dal Sole 24 ore, un altro dato che desta preoccupazione è quello relativo al monitoraggio dei solai. Un controllo che dovrebbe essere periodico ma che negli ulti cinque anni è stato effettuato solo nel 31% degli edifici. Maglia nera il Centro Italia, dove il dato scende al 22,5%. Meglio il Sud e le isole in cui la percentuale è superiore alla media nazionale, 36,1% e 33,9%. Effettuare il monitoraggio però non basta: gli interventi per la messa in sicurezza dei solai sono fermi al 10,9%. Ci sono però esempi virtuosi. Benevento, Cosenza, Fermo, Gorizia e Udine hanno completato la maggior parte degli interventi di adeguamento sismico. Mentre tredici città distribuite su tutta la penisola, hanno effettuato tutte le verifiche di vulnerabilità.
Il ritardo su efficienza energetica e rinnovabili
Anche sul fronte della sostenibilità il quadro è critico: solo il 16% delle scuole ha beneficiato di interventi di efficientamento energetico e appena il 6,5% è in classe A. La maggioranza, 66,6%, resta in classe E, F o G. Soltanto il 21% degli edifici utilizza energie rinnovabili, con un paradosso: le Isole, pur essendo tra i territori che più potrebbero beneficiare di questa fonte energetica, si fermano al 10,8%. Anche per la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria si spende sempre di meno: nel 2024 sono stati impiegati una media di 39.648 euro, a fronte dei 43.563 degli ultimi cinque anni.
Ancora più bassa la spesa per la manutenzione ordinaria: circa 8.300 euro. «I fondi per l’edilizia scolastica continuano a risultare estremamente frammentati, sia per fonte che per livello di governo, generando una dispersione che ostacola la pianificazione strategica e la trasparenza nell’allocazione delle risorse» denuncia Claudia Cappelletti, responsabile Scuola di Legambiente.