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La sveglia di Mario Draghi all’Europa: «Questo modello di crescita sta svanendo. Per tempi straordinari azioni straordinarie»

16 Settembre 2025 - 11:35 Stefania Carboni
mario draghi von der leyen
mario draghi von der leyen
A un anno dal suo rapporto sulla competitività, l’ex numero uno della Bce torna a Bruxelles: «Il debito pubblico dell'Ue è destinato a crescere di 10 punti percentuali nel prossimo decennio». Serve «nuova velocità» e risultati «nel giro di mesi, non di anni»

«A un anno di distanza, l’Europa si trova in una situazione più difficile. Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando. E non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno». Queste le parole di Mario Draghi a Bruxelles per fare il punto con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. E un anno dopo il suo rapporto sulla competitività lancia un appello ai paesi Ue. Il rischio è che «l’inazione minacci non solo la nostra competitività, ma anche la nostra stessa sovranità».

«Servono azioni straordinarie»

«Abbiamo bisogno di date e risultati concreti, e di essere ritenuti responsabili per essi. Le scadenze dovrebbero essere abbastanza ambiziose da richiedere una reale concentrazione e uno sforzo collettivo. Questa è stata la formula alla base dei progetti di maggior successo dell’Europa: il mercato unico e l’euro. Entrambi hanno compiuto progressi attraverso fasi chiare, traguardi precisi e un impegno politico costante», ha dichiarato l’ex presidente della Bce. «I cittadini europei chiedono ai loro leader di alzare lo sguardo dalle preoccupazioni quotidiane e rivolgere lo sguardo al loro destino comune europeo, comprendendo la portata della sfida. Solo l’unità di intenti e l’urgenza della risposta dimostreranno che sono pronti ad affrontare tempi straordinari con azioni straordinarie», ha aggiunto.

«Il debito pubblico dell’Ue destinato a crescere di 10 punti percentuali»

«I cittadini e le aziende europee apprezzano la diagnosi, le priorità chiare e i piani d’azione. Ma esprimono anche una crescente frustrazione. Sono delusi dalla lentezza dell’Ue. Ci vedono incapaci di tenere il passo con la velocità del cambiamento altrove. Sono pronti ad agire, ma temono che i governi non abbiano compreso la gravità del momento», ha detto Draghi in un punto stampa. «Troppo spesso si trovano scuse per questa lentezza» e «questo è compiacimento», ha sottolineato, esortando a «nuova velocità» e risultati «nel giro di mesi, non di anni». «Il debito pubblico dell’Ue è destinato a crescere di 10 punti percentuali nel prossimo decennio, raggiungendo il 93% del Pil, con ipotesi di crescita più ottimistiche della realtà odierna. A un anno di distanza, l’Europa si trova quindi in una situazione più difficile», ha dichiarato. «Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando e non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti che ci servono», ha sottolineato Draghi.

«Debito comune per progetti comuni»

Per l’ex numero uno della Bce è necessario «considerare un debito comune per progetti comuni – sia a livello Ue, sia tra una coalizione di Stati membri – per amplificare i benefici del coordinamento». «L’emissione congiunta non amplierebbe magicamente lo spazio fiscale. Ma permetterebbe all’Europa di finanziare progetti più grandi in settori che aumentano la produttività – innovazioni, tecnologie su larga scala, ricerca e sviluppo per la difesa o energia – dove la spesa nazionale non è più sufficiente», ha aggiunto.

I tre punti necessari per l’Europa (con l’intelligenza artificiale)

L’ex premier ha individuato tre aree su cui l’Ue deve puntare. Rimuovere anzitutto gli ostacoli alle nuove tecnologie, senza frammentazioni nei 27 paesi membri. Poi semplificare non burocratizzare nel campo dell’intelligenza artificiale. E infine favorire l’integrazione verticale dell’IA nell’industria, un’opportunità finora non utilizzata.

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