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L’appello della madre del bimbo autistico: «Venite al suo compleanno». E arrivano in 100

16 Settembre 2025 - 07:35 Alba Romano
bimbo autistico compleanno padova
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La storia di Giulia e del figlio

Giulia è la mamma di un bambino padovano con disturbo dello spettro autistico. Ha fatto un appello su Facebook per invitare al suo compleanno i bambini di tutta la città. E si sono presentate 100 persone e sei Ferrari. Portate lì dal presidente del Ferrari club Abano Terme. «Un’emozione incredibile» dice Giulia al Corriere della Sera. «Quest’anno, per una serie di eventi sfortunati i suoi amici non potevano esserci. Mi sarebbe sembrato di tornare indietro nel tempo e non volevo che mio figlio riprovasse la stessa tristezza di quando era alla scuola materna e veniva ignorato sistematicamente. Visto che le mamme americane mettono i reel in cui invitano le persone alle feste online ho pensato “provo anche io”. E l’ho fatto..».

La festa di compleanno via social

Giulia racconta che «è stato bellissimo, c’erano un centinaio di persone, e mica solo padovani! Ci hanno raggiunto famiglie dalla provincia di Verona, una mamma da Curtarolo (provincia di Padova), altri da Treviso. Mio figlio era felicissimo. Ovviamente ha avuto bisogno di tempo per ambientarsi in un contesto così inusuale per lui». Con il figlio stanno lavorando proprio sulla gestione delle emozioni: «Abbiamo cominciato un percorso relativo ai contesti di socialità intensa. Ha salutato tutte le persone dando il benvenuto, è stato molto bravo. Lo guardavo da lontano, gestire tutte queste cose da solo per qualche minuto. È stato un momento speciale anche per me».

L’amico

Perché, spiega Giulia, «verso metà festa l’ho visto anche interagire in modo diretto e prolungato con un altro bambino. Erano vicini, erano insieme, lui gli parlava e mio figlio, a modo suo, rispondeva. Forse abbiamo trovato un amico, nel modo più “normale” del mondo. Quel momento mi ha emozionato moltissimo». Poi racconta: «Quando era piccolo, alla scuola materna, alle sue feste di compleanno non veniva mai nessuno. Da cinque anni però le cose sono cambiate enormemente, in positivo. Ci siamo trasferiti dall’altro capo della città, nel quartiere Arcella (il più multietnico e multiconfessionale di Padova ndr), e siamo ripartiti da zero».

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