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Festival di Open, Elly Schlein: «L’unità nel campo largo non ce la chiede il medico, ma il popolo». E su Gaza: «L’Italia non sia complice di quei crimini»

19 Settembre 2025 - 23:21 Sofia Spagnoli
La segretaria dem sul palco di Open. Sulla situazione in medio Oriente: «Anche i palestinesi hanno diritto a vedere riconosciuto il loro Stato»

Il lavoro su cui ha insistito in questi mesi, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, «ha portato a qualcosa che non accadeva da vent’anni. Per noi è prezioso costruire un’unità». A rivendicarlo è la segretaria del Pd, Elly Schlein, dal palco del Festival di Open, a Parma, a soli dieci giorni dal primo test elettorale, in programma nelle Marche il 28 e 29 settembre. Al suo fianco l’editore e fondatore di Open, Enrico Mentana, e ad accoglierla una piazza gremita di persone. Inevitabile partire dalle elezioni regionali: «Sono felice di essere riuscita a riunire la stessa coalizione progressista che si presenta in tutte le regioni al voto, tutte e sette. Abbiamo speranza nelle Marche».

Il campolargo

Una linea che però contrasta con quella indicata dal leader del M5s, Giuseppe Conte, che proprio domenica aveva ricordato: «Non siamo alleati, abbiamo un progetto comune», ovvero «mandare a casa il governo Meloni». Da Parma, la replica di Schlein: «L’unità non ce la prescrive il medico, ce la chiede il nostro popolo. Credo che la strada giusta sia questa: parlare dei bisogni reali delle persone». E prosegue: «Siamo abituati anche a fare autocritica sugli errori» perché «alle ultime elezioni politiche se è andata com’è andata è stato anche per le divisioni del campo progressista». Ma ora «ci chiudiamo in una stanza e discutiamo finché non siamo d’accordo. Usciti da lì, però, uniti e compatti».

La sfida nelle Marche

Parlando della sfida nelle Marche – dove i due sfidanti saranno per il centrosinistra Matteo Ricci e per il centrodestra Francesco Acquaroli – Schlein chiarisce il primo punto programmatico del centrosinistra: «Intanto, partiamo dalla sanità pubblica». Poi l’affondo al centrodestra: «La destra vuole una sanità a misura del portafoglio delle persone. La situazione, con cinque anni di governo Acquaroli, è peggiorata». Un problema sì regionale ma che, secondo la segretaria, si riflette su scala nazionale. Porta un esempio: «Una signora, l’anno scorso, alla fine di un comizio mi ha detto di aver potuto ottenere una diagnosi solo pagando 500 euro. Mi ha spiegato: “Non è per me, perché io quei 500 euro li avevo. Ma pensi a chi quei 500 euro non li ha nel proprio portafogli”».

Violenza di genere: serve prevenzione

Un passaggio poi sul tema della violenza di genere. Proprio prima di salire sul palco, nel backstage, Schlein ha incontrato Gino Cecchettin, padre di Giulia, uccisa dall’ex Filippo Turetta, protagonista del panel precedente, guidato dalla vicedirettrice Serena Danna. «Non basta la repressione se non si fa prevenzione. Serve un’educazione alle differenze, al rispetto e all’affettività in tutti i cicli scolastici, resa obbligatoria», ha sottolineato la dem, per contrastare «quel pregiudizio patriarcale, sessista e perfino criminale che pretende un diritto di possesso sul corpo e sulla vita delle donne»

Guerra a Gaza: «L’italia non si complice»

Un lungo passaggio del discorso è stato dedicato alla situazione nella Striscia di Gaza, mentre a Bruxelles si sta valutando l’introduzione di sanzioni rivolte allo Stato israeliano. Sanzioni che la segretaria e il partito supportano. «Chiediamo che l’Italia non sia complice di quei crimini – osserva Schlein – e chiediamo che si sospenda l’accordo Ue-Israele per le violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate ogni giorno, scientemente, dal governo israeliano».

Le tensioni in Aula di ieri

La dem si è soffermata anche su quanto accaduto ieri alla Camera dei Deputati, quando l’Aula si è infiammata dopo l’approvazione della riforma della giustizia. Ma la tensione si è spostata nel giro di pochi minuti sulla crisi in Medio Oriente: il centrosinistra ha deciso di sospendere le sedute parlamentari fino a quando il governo non terrà comunicazioni a Montecitorio sulla guerra a Gaza: «Non accetteremo martedì di riprendere a votare come se nulla fosse, se prima il governo non ci risponde su quando Giorgia Meloni verrà a riferire su quale sarà la posizione dell’Italia sulle sanzioni in Europa e sul riconoscimento dello Stato di Palestina, che si sta discutendo a New York». «Per noi – prosegue la segretaria democratica – anche i palestinesi hanno diritto a vedere riconosciuto il loro Stato, così come gli israeliani hanno diritto a vivere in pace e in sicurezza nel loro Stato».

Poltiche del 2027: il candidato?

E puntando lo sguardo oltre l’orizzonte, verso le elezioni politiche del 2027, alla domanda su quale sarà il nome del candidato da schierare per il centrosinistra, la segretaria non si sbilancia: «Siccome siamo una coalizione, lo decideremo insieme, con il criterio che insieme ci daremo». E sulla possibilità di una sua candidatura: «Sono unitaria, testardamente unitaria, e ne discuteremo insieme alle altre forze della coalizione».

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