Ultime notizie AtleticaCharlie KirkFestival di OpenGazaGlobal Sumud Flotilla
ATTUALITÀEmilia-RomagnaFestival di OpenGiovaniParmaUnione europea

Festival di Open, Parma prepara la sfida della Capitale europea dei giovani 2027: «La Gen Z? Per parlarci la politica esca dai palazzi» – I video

19 Settembre 2025 - 20:16 Ugo Milano
Il cantiere verso l'appuntamento al centro del dibattito con l'assessora alla Comunità Giovanile Beatrice Aimi e Clara dall'Aglio ed Eleonora Urbanetto del Consiglio Locale Giovani della città

Una piazza Garibaldi gremita ha accolto l’incontro del Festival di Open dedicato al cantiere verso Parma Capitale Europea dei Giovani 2027. Un appuntamento che non è stato solo celebrazione, ma soprattutto confronto sul futuro delle nuove generazioni, tra speranze, timori e ambizioni. Il titolo dell’incontro, Parma Capitale Europea dei Giovani 2027La sfida tra palco e realtà, ha trovato eco negli interventi dei protagonisti, che hanno insistito sull’esigenza di costruire un progetto credibile, capace di lasciare un’eredità ben oltre il 2027. «La fiducia è fondamentale, quando viene meno crolla tutto. Siamo una generazione che si pone tante domande, e quando i nostri interlocutori perdono fiducia cresce il malcontento, basta guardare cos’è successo in Nepal. Siamo una generazione stufa di promesse non mantenute. A Parma ci si sta facendo carico di tutto questo e così deve continuare», ha dichiarato sul palco Eleonora Urbanetto del Consiglio Locale Giovani di Parma. Un punto richiamato anche dall’Assessora alla Comunità Giovanile della città, Beatrice Aimi, che ha aggiunto: «Parma capitale dei giovani 2027 non è solo una sommatoria di eventi, ma un ecosistema di opportunità per i giovani, soprattutto chi è nato in condizioni di svantaggio socio-economico e ha bisogno di un sistema che supporti le loro competenze. È un processo trasformativo per lanciare sfide al paese intero, un processo guidato in primis da un laboratorio giovanile».

Dalle politiche al metodo

Il dibattito in piazza Garibaldi ha toccato a più riprese il tema delle politiche giovanili, spesso percepite come marginali. «Troppo spesso sono una delega di secondo piano da affiancare ad altre. A Parma si è scelto di dedicare un assessorato ad hoc. E oggi è importante cambiare il paradigma: tutte le deleghe si devono occupare di giovani. Mobilità, benessere, lavoro», è stato ribadito nel corso del panel. In questa direzione si muove anche lo strumento dello Youth’s check, ha ricordato l’assessora, che valuta l’impatto delle decisioni comunali sulle nuove generazioni: «Ogni atto del Comune viene valutato in chiave giovanile. Prima di tutto, ci domandiamo: questo progetto può favorire lo sviluppo delle nuove generazioni?».

Le «piazze» come laboratorio

Il modello Parma è stato raccontato attraverso le cosiddette «piazze» del grande progetto Parma Capitale europea dei Giovani, ovvero gli otto tavoli tematici che alimentano la progettazione dal basso. «Abbiamo sviluppato 8 tavoli tematici, che ci piace chiamare – non a caso – piazze. Sono tanti i temi cari ai ragazzi della nostra età. A partire dal disarmo climatico, dove convivono la pace disarmata e il contrasto al cambiamento climatico», ha aggiunto Eleonora Urbanetto. Concorda Clara Dell’Aglio, anche lei del Consiglio Locale Giovani di Parma: «I giovani spesso vedono la politica lontana, confinata nei palazzi. C’è chi prende in mano la situazione e si organizza. È successo a Parma, con un Consiglio riconosciuto giuridicamente, che ora è un vero e proprio esempio di questo impegno. Così tutti sono al centro. È il senso del nostro progetto», ha dichiarato.

Giovani con minori opportunità

Non solo i giovani già attivi nel sociale, ma soprattutto coloro che rischiano di restare ai margini. L’attenzione, come ha sottolineato l’assessora Aimi, deve essere rivolta in particolare a quei ragazzi che hanno meno opportunità di partecipare alla vita civica e culturale: «Chi viene da contesti familiari fragili, chi non ha accesso a percorsi formativi di qualità, chi deve affrontare ostacoli economici o sociali che limitano le proprie possibilità. Ci sono giovani che, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, non sentono vicino il valore dell’impegno civico, non perché non abbiano interessi o capacità, ma perché spesso non hanno avuto l’occasione di sperimentarlo o di sentirsi parte di una comunità».

Foto di copertina di Andrea Veroni

leggi anche