Ultime notizie AtleticaCharlie KirkFestival di OpenGazaGlobal Sumud Flotilla
ATTUALITÀCarcereInchiesteLombardiaMaroccoMilanoViolenza sessualeViolenza sulle donne

Accusato di stupro, era innocente. Il giudice: 108 mila euro per l’ingiusta detenzione

20 Settembre 2025 - 08:10 Alessandro D’Amato
pescara arresti minore fratelli
pescara arresti minore fratelli
Un cittadino marocchino riconosciuto dalle stampelle. Ma le usava anche il vero colpevole

235 euro e 83 centesimi per ciascuno dei 458 giorni di carcere. Per un totale di 108 mila. A causa di un’ingiusta detenzione durata un anno e tre mesi per un’accusa di violenza sessuale. A riceverli è stato un cittadino marocchino di 31 anni arrestato il 5 dicembre 2021. E assolto due anni dopo dal tribunale di Varese «per non aver commesso il fatto». Ovvero un abuso sessuale nei confronti di due ragazze avvenuto su un treno di Trenord sulla linea Saronno-Varese. Hamza Elayar, racconta oggi il Corriere della Sera, era stato anche riconosciuto da una delle due vittime perché zoppicava, aveva una stampella ortopedica e un colbacco. In arresto anche un complice italiano.

L’interrogatorio

Il 31enne si è dichiarato innocente durante l’interrogatorio di garanzia. Ma ha anche fatto il nome di un altro possibile sospettato. Elayari aveva «compiutamente risposto alle domande del gip, non limitandosi a professare la propria innocenza ma fornendo precise indicazioni utili a scagionarlo o comunque a reindirizzare il proficuo proseguio delle indagini», secondo la sentenza. Aveva infatti raccontato che un loro coinquilino aveva infastidito due ragazze alla stazione. Alla fine le indagini hanno puntato sul nome giusto. Un 24enne, sempre cittadino marocchino, a cui apparteneva il colbacco. E infatti la prova del Dna aveva scagionato Elayari.

La difesa

I difensori Monica Andreetti e Mauro Straini hanno anche documentato che l’indiziato «nel lasso di tempo della violenza si trovava in luoghi incompatibili». Ed era anche affetto da un ritardo mentale che sotto stress gli faceva dire ciò che pensava che gli interlocutori volessero. Anche la ragazza che lo aveva riconosciuto ha ammesso durante il processo di aver sbagliato persona, indicando l’altro cittadino marocchino che nel frattempo si era reso irreperibile. Alla fine al 31enne viene riconosciuta l’ingiusta detenzione e viene risarcito per 458 giorni di carcere. 108.000 euro, senza riduzioni perché, pur «non avendo prontamente denunciato gli autori del reato» che conosceva, questa «iniziale sostanziale connivenza è cessata già nell’interrogatorio di convalida del fermo».

leggi anche