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La Francia riconosce lo Stato di Palestina, l’annuncio di Macron all’Onu: «L’unica soluzione che porterà alla pace» – Il video

22 Settembre 2025 - 21:48 Ugo Milano
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Il presidente francese: «Non interromperemo mai la lotta esistenziale contro l’antisemitismo». Abu Mazen chiede ad Hamas di consegnare le armi ad Anp

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato ufficialmente il riconoscimento dello Stato di Palestina «nell’interesse della pace». Le sue parole sono state accolte da un lungo applauso da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York. Macron ha sottolineato come questo gesto rappresenti il riconoscimento del diritto del popolo palestinese a esistere: «I palestinesi non sono gente di troppo sulla Terra». Ha poi ribadito l’urgenza di porre fine al conflitto: «È giunto il momento di fermare la guerra, il massacro; è arrivato il tempo della pace. Niente giustifica la guerra in corso a Gaza. Niente. Al contrario, tutto ci obbliga a porvi fine definitivamente, visto che non l’abbiamo fatto prima. Dobbiamo farlo per salvare vite umane» ha dichiarato. Nel suo intervento, il presidente francese ha inoltre ribadito l’impegno della Francia nella lotta contro ogni forma di odio: «Non interromperemo mai la lotta esistenziale contro l’antisemitismo», ha affermato con fermezza. E poi ancora: «Un’ambasciata francese in Palestina è subordinata al rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas e a un cessate il fuoco».

Abu Mazen: «Al via percorso irreversibile per fine occupazione»

«Quello di oggi è l’inizio di un percorso irreversibile per porre fine all’occupazione». Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen in videoconferenza al vertice sulla soluzione ai due stati all’Onu, dopo che gli Usa gli hanno negato il visto. «Hamas non avrà nessun ruolo nel governo di uno stato con una legge e una legittima forza di sicurezza – ha aggiunto – desideriamo uno stato moderno e democratico basato su uguaglianza, potere alle donne, giustizia». Nel suo intervento, Abu Mazen ha chiesto, inoltre, ad Hamas di consegnare le armi alle sue forze e di condannare l’attacco del 7 ottobre contro Israele.

Von der Leyen annuncia un gruppo donatori per la Palestina

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato un gruppo di donatori per la Palestina. «Dall’inizio di questa guerra, l’Europa è stata la linfa vitale dell’Autorità Palestinese. Abbiamo messo insieme un pacchetto finanziario senza precedenti di 1,6 miliardi di euro. Ma poiché è in gioco la stessa sopravvivenza dell’Autorità Palestinese, dobbiamo fare tutti di più. Ecco perché istituiremo un Gruppo di Donatori per la Palestina», ha detto von der Leyen alla conferenza di alto livello all’Onu, dove ha, inoltre, ribadito la soluzione dei due Stati. «Quando la notte è più buia, dobbiamo aggrapparci alla nostra bussola. E la nostra bussola è la soluzione a due Stati». E poi ancora: «Il 7 ottobre ha aperto uno dei capitoli più oscuri della storia. Siamo tutti d’accordo che la tragedia a Gaza deve finire subito. E che gli ostaggi devono essere rilasciati. Ma porre fine alla guerra potrebbe non essere sufficiente, se non c’è un percorso verso la pace. Se la prospettiva dei due Stati non è più realizzabile», ha concluso.

Undici Paesi pronti a riconoscere la Palestina

Secondo fonti del Palazzo di Vetro, saranno undici i Paesi che procederanno al riconoscimento politico della Palestina durante la Conferenza internazionale di alto livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati, organizzata da Parigi e Riad. Tra questi la Francia, Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo, Malta, Nuova Zelanda, Regno Unito e San Marino. Ieri Australia, Canada, Gran Bretagna e Portogallo avevano già annunciato il riconoscimento formale.

Trump: «Riconoscere la Palestina? Una ricompensa per Hamas»

Donald Trump ritiene che il riconoscimento di uno stato palestinese sia «una ricompensa per Hamas». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, sottolineando che di questo parlerà il presidente domani all’Onu.

Il rinnovato sostegno dell’Europa

Anche l’Europa ha rinnovato il sostegno all’Onu in occasione dell’80esimo anniversario della sua fondazione. L’Alta rappresentante Kaja Kallas ha ricordato l’Onu come «pilastro di pace, sicurezza, cooperazione e multilateralismo», mentre il presidente del Consiglio europeo Sergio Costa ha sottolineato la necessità di riaffermare i principi fondamentali dell’organizzazione e di sostenere le riforme per renderla più efficiente e capace di rispondere alle esigenze delle persone, soprattutto in contesti di crisi come Gaza, Ucraina e Sudan.

Guterres: «Princìpi dell’Onu sotto attacco come mai prima»

A sottolineare l’importanza del momento è António Guterres, segretario generale dell’Onu, che dal Palazzo di Vetro ricorda come «in questo momento i princìpi delle Nazioni Unite sono sotto attacco come mai prima, e allo stesso tempo ci stiamo muovendo verso un mondo multipolare, ma senza forti istituzioni multilaterali». Per affrontare queste sfide, aggiunge Guterres, difendere le Nazioni Unite non basta: occorre rafforzarle «Questo è lo scopo dell’Agenda 2030, del Patto per il Futuro e dell’iniziativa UN80: rinnovare le fondamenta della cooperazione internazionale e garantire di poter realizzare i nostri obiettivi per le persone ovunque».

Israele: «dichiarazioni vuote»

Poche ore prima del summit sui due Stati, ospitato da Francia e Arabia Saudita, l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, ha definito «dichiarazioni vuote» quelle dei Paesi che sostengono la soluzione a due Stati. «Nessuna dichiarazione cambierà il semplice fatto che gli ostaggi devono essere restituiti e che Hamas deve essere sconfitto», ha affermato. «La fine della guerra non sarà raggiunta con discorsi all’Onu, ma con pressione costante e attività sul campo dello Stato di Israele».

Macron: «Riconoscere Palestina unica soluzione politica»

Per il presidente francese Emmanuel Macron, che ha fatto da apripista alla proposta, «Riconoscere oggi lo Stato di Palestina è l’unico modo di fornire una soluzione politica ad una situazione che deve finire». Nel giorno dell’attesa decisione all’Assemblea dell’Onu, Macron ha dichiarato in un’intervista alla Cbs ha spiegato che il riconoscimento è l’inizio di un processo politico, da cui si attende un cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ripristino degli aiuti umanitari a Gaza. Macron ha inoltre ribadito che nella decisione non vi sia nulla di antisemita, rimandando al mittente le accuse dell’ambasciatore statunitense in Francia, Charles Kushner, di non fare abbastanza per contrastare l’antisemitismo in Francia.

Belgio: «Serve anche pressione su Israele»

Il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot ha confermato che il Belgio aderirà al riconoscimento politico e ha chiesto di accompagnare questo passo con sanzioni contro il governo israeliano. «L’importante è inviare un messaggio forte sulla scena internazionale», ha detto Prevot alla radio RTL, chiarendo che il riconoscimento legale avverrà solo in un secondo momento e subordinato al rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e alla sua uscita di scena. «Riconosciamo con chiarezza lo Stato di Palestina, la legittimità del popolo palestinese a vedere tale Stato. Lo formalizzeremo amministrativamente e giuridicamente in una seconda fase, ma è per questo che siamo molto orgogliosi di essere tra le nazioni che oggi compiranno un ulteriore passo ufficiale verso il riconoscimento» ha concluso.

Malta: riconoscimento formale in arrivo

Il premier maltese Robert Abela, anche lui al palazzo di vetro per l’assemblea, annuncerà ufficialmente il riconoscimento dello Stato di Palestina, ribadendo la posizione di lungo corso di Malta a favore di una soluzione negoziata. Nel comunicato diffuso dal governo si legge che il Paese continuerà a condannare gli attacchi di Hamas, sottolineando come «il gruppo non dovrebbe aver alcun ruolo» e a chiedere un cessate il fuoco permanente a Gaza.

Copenaghen rivede la propria posizione

Anche la Danimarca apre al riconoscimento. Il ministro degli Esteri Lars Loekke Rasmussen ha dichiarato che il governo intende «smettere di concedere a Israele un diritto di veto» sulla questione e fornirà oggi maggiori dettagli sui criteri che guideranno la decisione danese. «Desideriamo cambiare la nostra posizione, affinché non sia Israele, ma il popolo palestinese stesso, a prendere le decisioni e ad agire in modo che la Danimarca riconosca la Palestina» ha detto il ministro.

La linea dura di Washington

Gli Stati Uniti hanno espresso forte contrarietà alla mossa europea, definendola «una mossa di facciata» e ribadendo che «Continuiamo a privilegiare una diplomazia seria piuttosto che mosse di facciata. Le nostre priorità sono chiare: la liberazione degli ostaggi, la sicurezza di Israele, nonché la pace e la prosperità per tutta la regione, che non possono essere garantite finché esiste Hamas» ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato sotto condizione di anonimato secondo quanto riportato dall’agenzia France Press.