«Prison Got Talent», il talent show dietro le sbarre di Velletri: l’idea per un format tv con i detenuti


Per una sera, nel carcere di Velletri, l’aria si è fatta più leggera. Niente proteste, niente materassi in fiamme come accaduto un anno fa: sul palco improvvisato della casa circondariale è andata in scena la prima edizione di Prison Got Talent, un talent show che ha visto i detenuti sfidarsi a colpi di musica, teatro e performance artistiche. Ad avere la meglio è stato Tommaso, 38 anni, recluso nella sezione «reati comuni», che ha convinto giudici e compagni con una canzone di Alex Baroni e un brano scritto di suo pugno. «Alzare una coppa qui dentro è una cosa che non dimenticherò mai più nella vita. Qui dentro tutto quello che si vive è amplificato, io ho visto tanta gioia anche nei miei colleghi che hanno recitato o cantato», racconta Tommaso a Repubblica.
Il possibile approdo in televisione
L’iniziativa, sostenuta dalla direttrice Anna Maria Gentile, ha attirato l’attenzione del Ministero della Giustizia, che valuta la possibilità di trasformare il talent in un format da replicare in altri istituti. «È una interessante idea messa a segno dalla direttrice di Velletri, e dai nostri uffici abbiamo fornito supporto e ovviamente verifiche di compatibilità» spiegano dal ministero. «Stiamo verificando parallelamente, e solo in via preliminare, se si possa puntare sui talenti artistici» per perseguire il fine rieducativo della pena. Secondo Repubblica è al vaglio l’ipotesi di portare le competizioni artistiche tra i detenuti oltre che in diversi istituti carcerari del paese anche sul piccolo schermo.
Le attività ricreative in carcere
In un sistema penitenziario dove le criticità non mancano, come il sovraffollamento e il crescente numero di sucidi, l’iniziativa della direttrice del carcere di Velletri, Anna Maria Gentile, dimostra ancora una volta che gli stimoli culturali per i detenuti possono avere un forte impatto sulla loro qualità della vita. Dalle stesse parole di Tommaso, il vincitore, si evince la necessità di offrire uno spiraglio ai detenuti: «Tra poco uscirò, con il mio conto finalmente pagato alla giustizia. Mi auguro che di queste iniziative se ne facciano tante: invece del vuoto, anche esercitarsi e trovare dentro di sé motivazioni e qualità su cui impegnarsi è qualcosa che ti riempie le giornate e ti salva il futuro».