I droni negli aeroporti di Copenaghen e Oslo, la premier danese «Non escludo coinvolgimento della Russia». Dal Cremlino: «Accuse infondate»

«Non posso escludere il coinvolgimento della Russia». Così la premier danese Mette Frederiksen ha commentato il sorvolo dei droni avvenuto nella serata di ieri, 22 settembre, che ha paralizzato gli aeroporti di Copenaghen e Oslo. «Abbiamo visto droni sopra la Polonia, attività in Romania, violazioni dello spazio aereo estone, attacchi hacker contro aeroporti europei. Ora ci sono stati droni in Danimarca e, a quanto pare, anche in Norvegia» ha sottolineato la premier, aggiungendo che dietro la misteriosa intromissione potrebbe esserci l’intento di «disturbare e creare disordini, preoccupazione, vedere fin dove si può arrivare e testare i limiti». Anche da Bruxelles il dito punta contro Mosca: «Abbiamo visto uno schema chiaro e punta sulla Russia» ha detto la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper. Dal Cremlino hanno però prontamente respinto le affermazioni di Frederiksen e Hipper, definendole «infondate», secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, citando il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Lo stop ai voli
Intorno alle 5:00 del mattino hanno ripreso l’attività entrambi gli aeroporti di Copenaghen e Oslo. I velivoli avvistati in Danimarca non sono stati abbattuti dalle autorità. Sono invece scomparsi dalla zona da soli. «E non sappiamo dove siano andati», ha detto il viceispettore di polizia Jacob Hansen. «Stiamo cercando di scoprire che tipo di droni fossero e da dove provenissero». Le autorità danesi e norvegesi hanno avviato una collaborazione. Intanto Volodymyr Zelensky dice che la responsabilità delle violazioni è della Russia: «Se non arriverà una risposta decisa continueranno a farlo».
I droni a Copenaghen e a Oslo
L’aeroporto di Kastrup è il più trafficato della penisola scandinava. Ha chiuso il suo spazio aereo a partire dalle 20:26 (18:26 GMT) di lunedì 22 settembre dopo l’avvistamento del primo drone. Altri due sono stati avvistati successivamente. Circa 50 voli sono stati dirottati verso aeroporti alternativi. Un portavoce della Polizia, Anette Ostenfeldt, ha confermato trattarsi «di tre o quattro droni di grandi dimensioni, non da hobby» che si muovevano dentro e fuori dalla zona dello scalo. Circa mezz’ora dopo il primo avvistamento in Danimarca è scattato l’allarme anche in Norvegia. In questo caso i droni hanno sorvolato un’area militare presso la Fortezza di Akershus. Secondo il quotidiano svedese Aftonblader sono stati avvistati intorno alle 21 dalla Difesa norvegese.
L’attore competente
In mattinata i servizi segreti danesi hanno parlato di una significativa minaccia di sabotaggio: «Potrebbero non venire per attaccarci, ma per metterci sotto pressione e vedere come reagiamo», ha dichiarato il direttore delle operazioni dei servizi segreti danesi, Flemming Drejer, in conferenza stampa. La premier danese Mette Frederiksen ha parlato dell’attacco «più grave mai visto contro le infrastrutture critiche danesi fino ad oggi». La polizia invece ha definito l’autore dell’attacco un «attore competente». Con questa definiizione intende un «attore che ha gli strumenti per distinguersi», ha affermato il capo della polizia di Copenaghen, Jens Jespersen.
La polizia
Jespersen ha anche detto che quella di non abbatterli è stata una scelta e che provenivano da direzioni diverse. Ipotizzando potrebbero essere decollati da un’imbarcazione e che la dimostrazione potrebbe essere un addestramento per gli operatori di droni. L’aeroporto di Copenaghen si trova sulla costa dello stretto di Oresund, tra Svezia e Danimarca. L’incidente ha causato disagi a circa 20 mila passeggeri, secondo la direzione. In tutto 31 voli sono stati dirottati e 100 cancellati. Anche l’aeroporto di Oslo è rimasto chiuso per diverse ore dopo che dei droni lo avevano sorvolato. Al momento la polizia norvegese ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni sull’accaduto.
Gli arresti in Norvegia
Secondo prime informazioni non ufficiali, ci sono stati due arresti, apparentemente cittadini stranieri. Anche se, rilevano sempre i media, non ci sono ancora elementi per dire che l’incidente sia collegato ai droni che hanno provocato la chiusura l’aeroporto di Copenaghen. Un altro drone è stato avvistato in serata nei pressi dell’aeroporto di Oslo. E poco prima di mezzanotte Flightradar24 ha rilevato che, secondo l’audio della torre di controllo, gli aerei si sono messi in standby per «l’osservazione di droni» e hanno iniziato ad allontanarsi dallo scalo. Monica Fasting, responsabile della comunicazione dell’aeroporto di Oslo, in una e-mail all’agenzia di stampa norvegese NTB ha successivamente fatto sapere che lo spazio aereo è stato riaperto.
I precedenti
«Chiediamo ai passeggeri di presentarsi normalmente. L’aeroporto era stato precedentemente chiuso dopo che almeno due droni erano stati avvistati nei pressi della pista di atterraggio. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza», ha aggiunto la portavoce. Secondo NTB, la chiusura dell’aeroporto ha interessato 12 voli. Da giorni gli aeroporti europei sono sotto pressione. Un attacco informatico venerdì 19 settembre ha messo fuori uso i sistemi di check-in e imbarco forniti da Collins Aerospace, una divisione di RTX. Influenzando le operazioni presso l’aeroporto di Heathrow a Londra e quelli di Berlino e Bruxelles. Nel fine settimana e fino a lunedì, le conseguenze hanno continuato a ostacolare i viaggi in tutta la regione. Nel 2018, gli avvistamenti di droni sulla pista di Gatwick, vicino a Londra, avevano bloccato decine di migliaia di passeggeri. E interrotto centinaia di voli nel pieno della stagione natalizia.
Zelensky accusa la Russia
Intanto il presidente ucraino Zelensky su X rende noto di aver affrontato l’argomento delle «violazioni da parte della Russia dello spazio aereo degli Stati membri della NATO. Anche il 22 settembre a Copenaghen» con la direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva. «Abbiamo scambiato opinioni sulle ragioni. Se non ci sarà una risposta decisa da parte degli alleati – sia Stati che istituzioni – alle provocazioni, la Russia continuerà a perpetrare tali violazioni», ha aggiunto. Nel corso della conferenza stampa conclusasi poche ore fa a Copenaghen, la polizia non ha né confermato né smentito che i droni fossero russi. Limitandosi a riferire di essere al lavoro per identificarli.
Il muro di droni
Intanto la Lituania ha chiesto di integrare l’Ucraina nei piani per il muro di droni a protezione dei confini della Nato. L’UE sta valutando come creare un “muro di droni” lungo il confine orientale, un progetto reso urgente da un’incursione di droni russi in Polonia. Analisti e funzionari hanno affermato che l’incursione ha messo in luce le lacune nella capacità dell’Europa e della Nato di proteggersi dai droni, sebbene le forze polacche e dell’Alleanza Atlantica ne abbiano abbattuti diversi, pur utilizzando costosi sistemi di difesa aerea e aerei da guerra.
«Abbiamo grandi lacune nella nostra difesa europea. Non abbiamo le attrezzature giuste che ci permetterebbero di rilevare i droni, di seguirli, di tracciarli e poi di distruggerli. Ci mancano», ha dichiarato Kestutis Budrys a Reuters a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Budrys ha affermato che l’Ucraina combatteva i droni ogni notte e disponeva di sistemi integrati per contrastarli.
In prima linea
«Dobbiamo portare questa tecnologia in prima linea e svilupparla lì, svilupparla lì in modo che sia efficace insieme agli ucraini», ha aggiunto il ministro degli Esteri lituano. Parlando delle incursioni russe nello spazio aereo della NATO, Budrys ha affermato che Mosca sta sfruttando le esitazioni e il dibattito dell’alleanza su come rispondere per espandere le zone grigie. «Dobbiamo anche esprimere chiaramente e dimostrare alla Russia che un’ulteriore escalation da parte loro porterà a una risposta più dura», ha concluso. Proprio ieri il pari grado polacco Radoslaw Sikorski alle Nazioni Unite aveva avvertito la Russia di non «venire qui a lamentarsi» se un aereo o un missile fosse stato abbattuto la prossima volta che fossero entrati nello spazio aereo polacco.
