L’ultima intervista di Claudia Cardinale: «Ho detto “no” a Pasquale Squitieri. Avevo già rifiutato Brando, Delon e Tognazzi»


Il primo ricordo di Claudia Cardinale, al secolo Claude Joséphine Rose Cardinale, è un soldato che piange. Una scena tanto drammatica, dopo l’arrivo degli americani nella sua natia Tunisi, quanto in un certo senso cinematografica, come a segnare indelebilmente il futuro della stella del cinema. Nella sua ultima intervista, concessa ad Aldo Cazzullo e Stefano Montefiori del Corriere della Sera due anni prima della sua scomparsa, l’attrice ripercorre la sua difficile infanzia e la sua scelta di sentirsi, anzi essere, italiana: «Mi sento così. E l’ho fatto pure per onorare mio padre, che volle sempre rimanere italiano, anche sotto il protettorato francese».
Il figlio Patrick e la bugia: «Gli ho detto troppo tardi chi era veramente»
Di storie da rammentare Claudia Cardinale ne ha davvero tante. Dalla violenza subita alla decisione di tenere il bambino e nascondere la gravidanza fino al settimo mese: «Ero alle prese con una cultura e una lingua, quella italiana, che non capivo bene. Catapultata nel mondo del cinema, che era al tempo stesso una salvezza e un grande incognita. Cristaldi capì che ero incinta quando andai a chiedere di rompere il contratto». Il figlio, Patrick, per anni fu fatto passare per il suo fratellino. Poi, la verità confessata prima ad Enzo Biagi che a lui: «Era necessario. Il coraggio viene fuori quando necessario, ma con Patrick non l’ho avuto».
Amici e nemici sul set: «Con Bardot ci siamo divertite, con Vitti meno»
Per passare in rassegna tutte le star con cui Claudia Cardinale ha lavorato ci vorrebbero libri su libri. Lei riesce a dedicare a (quasi) tutti una battuta. È così che Fellini diventa «divertente e stimolante», Sergio Leone «delizioso e semplice», Orson Welles «impressionante». John Wayne, da bravo americano «era un gentleman, mi regalò una sedia sul set anche se io ero poco più di una bambina». I rapporti con Brigitte Bardot, checché ne dicessero i giornali, lei li descrive come idilliaci: «Ci volevamo nemiche, ma lei era la mia “idola” assoluta. Ci vogliamo un grandissimo bene, ci siamo divertite un casino». Al contrario delle collaborazioni con Monica Vitti: «Non furono le migliori esperienze. Non era abituata come me a condividere la scena con un’altra donna».
Il rifiuto ad Alain Delon e Marlon Brando: «Anche Tognazzi mi faceva la corte»
Inevitabile, poi, toccare il tasto del suo aspetto. Lei che, per molti, è stata la donna più bella del mondo: «Non mi sono mai sentita veramente bella. Da bambina la bella di famiglia era mia sorella Blanche, e bella lo era davvero. Io, con i capelli scuri, sembravo più scontata». Eppure il codazzo di uomini che hanno perso la testa per Claudia Cardinale era lungo: «Ho detto no a Brando, a Delon. Probabilmente anche a Tognazzi… Poi ho appoggiato la campagna di Jacques Chirac e la stampa ne fece tutta una storia. Chirac sarà pure stato un “homme à femmes”, ma non con me». Il viaggio in America, nella Hollywood di Marilyn Monroe, durò poco: «Era un luna park, feste ovunque di qui e di là. Ma mi sentivo europea».
La figlia Claudia e il no a Pasquale Squitieri: «Avrei dovuto sposarlo»
L’ultimo capitolo riguarda la figlia, Claudia Squitieri: «Lo scelse Pasquale Squitieri perché mi voleva sposare. Così nostra figlia porta il nome che avrei avuto se avessi detto sì. Volevo essere una donna indipendente, ma avrei dovuto accettare». È stata proprio la figlia a curare il libro sulla carriera dell’attrice, Claudia Cardinale l’indomabile: «Sono molto commossa da questo omaggio. Dal lavoro di Cinecittà ed Electa, e certo anche di Claudia. La parola indomabile mi sta bene. In qualche modo l’indipendenza e l’indomabilità sono doti che ho cercato di trasmettere a lei».