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Abu Mazen all’Assemblea Onu: «In Palestina non c’è spazio per Hamas. Vogliamo convivere in pace con Israele, ma da 2 anni il loro è un genocidio»

25 Settembre 2025 - 16:25 Ugo Milano
abu mazen palestina onu assemblea
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In videocollegamento, dopo il no di Trump al visto, il leader dell'Autorità nazionale palestinese ha chiesto a tutti i Paesi membri di riconoscere lo Stato palestinese: «Non lasceremo la nostra terra, ci sarà giustizia solo quando saremo liberi»

«Da quasi due anni il popolo palestinese a Gaza sta subendo un genocidio fatto di uccisione e fame. Una guerra dove gli occupanti israeliani compiono crimini contro l’umanità, documentati e monitorati». Da un enorme schermo, con il segnaposto “Stato di Palestina” ben in vista di fronte a sé, inizia così l’attesissimo intervento di Abu Mazen all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese parla in videocollegamento, dopo che l’amministrazione Trump gli ha negato il visto di ingresso negli Usa: «Condanno le azioni di Hamas del 7 ottobre 2023, non rappresentano il popolo palestinese. Hamas non avrà alcun ruolo nel futuro governo».

Il nuovo Stato di Palestina: «Hamas consegnerà le armi, ma non lasceremo la nostra terra»

C’è un enorme solco – ideale più che effettivo – che separa la Striscia alla Cisgiordania. Gaza è «parte integrante della Palestina», afferma Abu Mazen confermando le paure della Casa Bianca, che temevano che il leader 89enne usasse la piattaforma dell’Onu per dichiarare la nascita dello Stato palestinese. Hamas e il governo del nuovo Paese devono però rimanere cose distinte: «Dovranno consegnare le loro armi, ribadiamo che non vogliamo uno Stato armato». Per farlo è necessario «porre immediatamente fine alla guerra, consentire l’ingresso degli aiuti umanitari attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite e smettere di usare la fame come arma. Non ci può essere giustizia se la Palestina non viene liberata: è la nostra terra, non la lasceremo». Ma, ci tiene a sottolinearlo il leader palestinese, solidarizzare con la causa palestinese «non va confuso con l’antisemitismo».

L’appello di Abu Mazen: «Tutti riconoscano la Palestina, vogliamo aderire all’Onu»

Prima di parlare del futuro, però, bisogna pensare al presente. «Israele ha imposto un assedio soffocante a un intero popolo: non si tratta solo di un’aggressione ma di un crimine di guerra e di un crimine contro l’umanità. Sarà registrato nei libri di storia e nelle pagine della coscienza internazionale come uno dei capitoli più orribili del XX e XXI secolo». E le violenze vengono portate avanti anche in Cisgiordania: «Israele continua a espandere illegalmente i propri insediamenti. Dice che la Palestina rifiuta e “deplora” i piani per creare una “Grande Israele”». Eppure, puntualizza Abu Mazen, nel 1993 gli stessi leader Palestinesi hanno riconosciuto lo Stato di Israele nell’ambito degli Accordi di Oslo. Ora si tratterebbe di fare solo il contrario: «Abbiamo fatto tutto il possibile per costruire le istituzioni di uno Stato palestinese moderno che conviva in pace e sicurezza con Israele, ma loro hanno cercato di minarlo. Esorto tutti gli Stati che non l’hanno ancora fatto a riconoscere lo Stato di Palestina. Chiediamo di sostenere l’ottenimento da parte della Palestina di un’adesione piena alle Nazioni Unite». Dopo venti minuti, un lungo applauso accoglie la fine dell’intervento di Abu Mazen.

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