Brunello Cucinelli crolla in Borsa, le accuse sui negozi a Mosca e gli affari con la Russia: «Così aggira le sanzioni Ue». L’azienda: «Noi in regola»


Le operazioni di Brunello Cucinelli non avrebbero subito alcuna conseguenza dalle sanzioni imposte alla Russia ormai tre anni fa per tentare di azzopparne l’economia di guerra. Anzi, il brand italiano avrebbe continuato a «gestire diversi negozi a Mosca, vendendo un’ampia offerta di articoli a migliaia di euro». A fronte, invece, del divieto di commerciare beni con un valore superiore ai 300 euro. A rivelarlo è un report di Morpheus Research, un fondo d’investimento istituito pochi mesi fa da un gruppo di analisti e specializzato nel portare alla luce comportamenti scorretti sui mercati finanziari: «Cucinelli ha ingannato gli azionisti». La notizia è stata accompagnata da un crollo verticale delle azioni di Cucinelli, che hanno toccato i 97,76 euro al ribasso del -4,95% prima che Borsa italiana sospendesse le contrattazioni.
Cucinelli e le sanzioni alla Russia: «Sconti esagerati per smaltire i magazzini strapieni»
Le accuse al momento non sono sfociate ancora in azioni giuridiche, ma tanto è bastato per impattare non poco sul mondo delle azioni. Da tre mesi, l’hedge fund Morpheus stava portando avanti un’indagine sull’operato del brand italiano. Oltre a non aver chiuso le serrande ai negozi russi, continuando a lucrare sulle ricchezze degli oligarchi del presidente Vladimir Putin, Brunello Cucinelli avrebbe «adottato una politica di sconti aggressivi per gestire l’abbondante magazzino», con un numero di capi e prezzi «nettamente superiore a quello dei concorrenti diretti». Nel frattempo, la strategia avrebbe previsto anche lo smistamento di alcuni prodotti in negozi «come TJ Maxx, per evitare di mettere a rischio il posizionamento esclusivo del marchio». Una mala gestione delle scorte che, secondo Morpheus, Cucinelli avrebbe tentato di nascondere con l’«apparente e continua espanzione dell’export». L’amministratore delegato, Luca Lisandroni, ha negato le accuse sostenendo che i dati delle vendite siano conformi alle sanzioni.
Le violazioni e le scelte dei fondi: «Scommettiamo contro Cucinelli»
Ad aver scatenato il terremoto finanziario sotto i piedi della casa di moda italiana non è stata la semplice pubblicazione del report, ma anche la comunicazione di Morpheus Research di aver preso una posizione di short sui titoli. In poche parole, l’hedge fund sta scommettendo sul calo repentino del valore in Borsa vendendo ora pacchetti di azioni presi in prestito per poi ricomprarli più avanti a prezzi stracciati. Per evitare che il titolo subisse una perdita eccessiva, le contrattazioni sono state bloccate in attesa di un comunicato ufficiale del brand. La scelta di Morpheus segue quella del fondo inglese Pertento Partners, che secondo il Financial Times nel weekend aveva già assunto una posizione di short nei confronti di Cucinelli, su cui emergevano le prime avvisaglie di presunte violazioni delle sanzioni Ue alla Russia. «Il presidente Cucinelli discute spesso del concetto di sostenibilità morale, soffermandosi anche su come “bisogna vivere con onestà“», si legge a conclusione del report. «Nello spirito di questa etica, crediamo che gli azionisti meritino maggiore onestà per quanto riguarda le attività russe di Cucinelli e la gestione delle scorte».
La risposta dell’azienda
Brunello Cucinelli «conferma con fermezza il pieno rispetto delle regole comunitarie in merito all’attività nel mercato russo« ed esclude «qualsiasi ipotesi su un utilizzo del mercato russo per la riduzione del magazzino e lo smaltimento delle rimanenze«. Lo comunica la società in una nota in cui risponde alle accuse di Morpheus Research. In merito alle quali Brunello Cucinelli «sta valutando azioni legali a tutela della sua reputazione e degli interessi di tutti i suoi stakeholder».
Cucinelli: «Inalterata la nostra struttura locale»
Cucinelli ricorda di aver scelto, all’inizio della guerra in Ucraina, «di mantenere inalterata la nostra struttura locale continuando a garantire salari pieni ai dipendenti e venditori e onorare i contratti di affitto, come sempre fatto in ogni parte del mondo anche in situazioni straordinarie» e che «attualmente il nostro personale offre, su richiesta dei clienti finali, un servizio di assistenza all’interno del nostro showroom». «Il prodotto utilizzato – prosegue Cucinelli – è quello regolarmente spedito in Russia entro i limiti stabiliti dall’Unione Europea e la parte residuale dell’inventario consegnato prima dell’introduzione delle sanzioni». In questo modo, si legge ancora, «siamo in grado di generare localmente le risorse necessarie per sostenere stipendi e affitti».
L’incidenza del mercato russo
Quanto agli «spazi dedicati al marchio all’interno di più ampie strutture multi-brand rimangono operativi» e anche «con i partner wholesale agiamo nel pieno rispetto delle regole comunitarie fornendo loro solo la parte di collezione consentita entro i limiti di valore fissati». Cucinelli ricorda che le verifiche dell’Agenzia delle Dogane Italiane hanno accertato «il pieno rispetto delle procedure» mentre «non sono state rilevate segnalazioni da autorità doganali straniere che potessero prefigurare triangolazioni commerciali». L’incidenza del mercato russo sul fatturato, fa notare, si è ridotta di oltre due terzi rispetto al 2021, risultando oggi intorno al 2%, e il valore delle esportazioni verso la filiale russa è passato dai 16 milioni di euro del 2021 ai 5 milioni del 2024.