Boom di intossicati per funghi in Toscana, tutta colpa delle app: quali sono quelli velenosi scambiati per buoni


«Tutte le app di riconoscimento sono inaffidabili». È il monito degli esperti micologi toscani, dopo un boom di intossicazioni a pochi giorni dall’inizio della stagione. Almeno una su tre riguarda il cosiddetto fungo dell’ulivo, Omphalotus olearius, che in molti scambiano per il «galletto». A tradire i cercatori meno esperti è il colore simile e le lunghe lamelle: «Nel galletto invece sono pieghe, creste, e una volta cucinati diventano di colori diversi», ricorda al Corriere Fiorentino il micologo Andrea Pompili. Chi cade vittima della superficialità, in questo caso, non rischia la vita «ma la sintomatologia è abbastanza violenta. Problemi di intestino e vomito, non sono pochi quelli che sono costretti a farsi ricoverare», spiega un responsabile dell’Usl Toscana centro.
Il fungo dell’ulivo
Già nel 2022 gli intossicati dal fungo dell’ulivo avevano raggiunto il 50% del totale, e quest’anno i casi stanno ripartendo: «La stagione è appena iniziata e abbiamo già avuto circa una quindicina di intossicazioni da funghi che hanno visto l’attivazione dei nostri micologi dell’Usl Toscana centro. Circa il 30% delle persone che si sono sentite male avevano mangiato l’Onfalotus olearius», avverte Gunedalina Allodi, specialista in igiene pubblica. La presenza del fungo dopo le prime piogge di settembre sarebbe particolarmente alta. Nasce sui tronchi o su ceppi di alberi caduti, a differenza del più diffuso e commestibile galletto, Cantharellus cibarius, che si sviluppa sul muschio o nel sottobosco.
L’esplosione delle app di riconoscimento
Non esiste un modo empirico per distinguere i funghi commestibili. L’unica via è l’occhio allenato degli esperti, che per questo sconsigliano di usare app di riconoscimento: «Nessuna è affidabile, per evitare di finire in situazioni spiacevoli noi offriamo degli sportelli gratuiti a cui consigliamo di rivolgersi», fa sapere ancora Allodi. Sulle principali piattaforme online ci sono app del genere che hanno raggiunto oltre il milione di download. Alcune promettono un riconoscimento preciso, «solo con una foto», altre sono più caute e si limitano a funzionare da archivio.