Garlasco, l’ex procuratore Mario Venditti si dimette dal Cda del Casinò di Campione dopo le accuse di corruzione


L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti ha annunciato le dimissioni da presidente e membro del Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia. La decisione arriva in seguito alle accuse di corruzione in atti giudiziari mosse nell’ambito del caso Garlasco. Venditti è infatti indagato per presunti pagamenti ricevuti per scagionare Andrea Sempio, già coinvolto nelle indagini sul delitto di Chiara Poggi. La Casa da Gioco ha comunicato di essere stata «informalmente informata» delle intenzioni del magistrato, oggi in pensione, sottolineando «la totale estraneità della struttura dalle accuse» e ricordando come il mandato di Venditti sia stato svolto «con grande professionalità e competenza».
Tra i 20 e 30mila euro per favorire Sempio
Secondo l’inchiesta della Procura di Brescia, Venditti avrebbe ricevuto tra i 20 e i 30 mila euro per favorire Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la cui posizione era stata già archiviata due volte negli anni precedenti. L’ex procuratore ha sempre negato le accuse, affermando di non aver mai ricevuto denaro in tutta la sua carriera. La somma contestata, secondo i legali della famiglia Sempio, sarebbe invece relativa ai pagamenti agli avvocati.
Ricorso al Riesame
L’avvocato Domenico Aiello, difensore di Venditti, ha annunciato l’intenzione di impugnare il decreto di perquisizione e sequestro eseguito venerdì 26 settembre. Il legale ritiene che non vi siano elementi concreti a sostegno delle accuse. Gli accertamenti bancari effettuati nei mesi scorsi, ha precisato Aiello, «hanno dato esito negativo, altrimenti sarebbero stati riportati nel decreto di perquisizione».
Il passo indietro del Casinò di Campione
Le dimissioni di Venditti segnano un cambiamento importante nella governance della Casa da Gioco, che fino a oggi aveva visto il suo presidente svolgere il ruolo con riconosciuta competenza. La decisione è stata presa nell’ottica di tutelare l’istituzione e consentire al contempo all’ex procuratore di affrontare le indagini senza conflitti di interesse.