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Flotilla verso Gaza, stasera nella zona ad alto rischio. La paura degli attivisti: «Ci stanno sabotando, entro domani saremo intercettati»

30 Settembre 2025 - 14:45 Ugo Milano
flotilla gaza zona intercettazione
flotilla gaza zona intercettazione
La Turchia ha messo a disposizione alcune navi della flotta per portare eventuale soccorso alla spedizione umanitaria

Le coste della Striscia di Gaza distano ormai solo 200 miglia per la Global Sumud Flotilla, e la zona di intercettazione si avvicina: «Stasera la nave Alpino della Marina si fermerà e tornerà indietro, noi entreremo e andremo avanti. Non ci fermeremo», ha anticipato Tony La Piccirella, uno degli italiani a bordo della Flotilla. «Non c’è un limite stabilito per il blocco navale, ma è grande quanto gli altri stati consentono a Israele di farlo». Per un altro attivista, Yassine Lafram, «tra stanotte e domani saremo intercettati dall’esercito israeliano»

Le navi turche al fianco della Flotilla

Ad accompagnare la Flotilla verso le acque della Striscia di Gaza, distanti ormai solo 250 miglia, non ci sono solo le fregate italiane. Anche la flotta turca ha dispiegato alcune navi con il compito di «monitorare la sicurezza della Flotilla». Pronte a «intervenire se necessario» nel caso servissero attività di soccorso e assistenza umanitaria. Alla velocità contenuta con cui naviga la flotta, sono stimati altri tre giorni di navigazione per arrivare sulla costa della Striscia di Gaza. Tra un giorno e mezzo, spiegano sul canale Telegram del Movimento, è previsto l’ingresso nella zona ad alto rischio, dove già le precedenti missioni che puntavano a rompere il blocco navale israeliano erano state intercettate.

Guasto alla “Johnny M”, salvato l’equipaggio

Durante queste operazioni, proprio la Mezzaluna rossa turca avrebbe aiutato la spedizione umanitaria evacuando tutti i passeggeri dell’imbarcazione “Johnny M” della Flotilla. «Non c’è stata alcuna nave affondata, solo un guasto tecnico. Abbiamo recuperato 12 persone e le abbiamo distribuite su altre navi. Quattro di loro torneranno a casa», ha dichiarato la rappresentata della Flotilla, Semih Fener. I passeggeri son stati fatti salire su altre navi, mentre quattro hanno deciso di rientrare nel loro Paese. 

I sospetti della Flotilla: «Forse ci stanno sabotando»

«Non abbiamo nessuna prova ma i sospetti di sabotaggi ci sono», ha affermato la portavoce italiana del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia. «Sospettiamo sabotaggi alle barche, che peraltro ci sono stati anche nella storia delle precedenti flottiglie. Ad esempio il caso della Famiglia, una delle imbarcazioni più grandi, che ha avuto quel problema al motore che l’ha bloccata e non ha mai più ripreso il largo è stato sicuramente un evento sospetto». La paura è che possano essere utilizzati anche droni subacquei. 

Le accuse dell’esercito israeliano: «Flotilla finanziata da Hamas»

Intanto, dopo le accuse delle ultime settimane, l’esercito israeliano sostiene di aver trovato documenti ufficiali secondo cui Hamas sarebbe «direttamente coinvolto nel finanziamento della Flotilla Sumud». Tra questi comparirebbero una lista di operatori della Conferenza per i palestinesi all’estero, tra cui Zaher Birawi, capo del settore Hamas della Conferenza nel Regno Unito. Oltre che Saif Abu Kashk, Ceo di Cyber Neptune, società spagnola che possiede dozzine di navi che stanno prendendo parte alla spedizione. «Sono segretamente navi di Hamas», sostiene Tel Aviv. 

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