Global Sumud Flotilla, l’esercito di Israele sta arrivando: «Ci prepariamo all’abbordaggio»


L’esercito di Israele «sta arrivando». «Si stanno mettendo in posizione, non so quando potremo riaprire le comunicazioni». È la parlamentare europea Benedetta Scuderi ad annunciare alle 4.33 di notte che la Global Sumud Flotilla sta per essere fermata dall’Idf. «Siamo preparati, abbiamo messi i giubbotti di salvataggio. Sapevamo che doveva avvenire intorno a quest’ora almeno l’inizio dell’abbordaggio», aggiunge Scuderi. «Siamo a 150 miglia da Gaza quindi in acque internazionali, ma questo è il punto in cui altre flottiglie sono state prese. Le barche militari ormai si sono ritirate. Siamo in attesa», conclude. Alle 4.30 una serie di barche non identificate ha avvicinato quelle della Flotilla.
L’abbordaggio
«Imbarcazioni non identificate si sono avvicinate a diverse imbarcazioni della Flottiglia, alcune con le luci spente. I partecipanti hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione di un’intercettazione. Le imbarcazioni hanno ora lasciato la Flottiglia. Continuiamo a navigare verso Gaza, avvicinandoci al traguardo delle 120 miglia nautiche, vicino all’area in cui le flottiglie precedenti sono state intercettate e/o attaccate», scrivono gli attivisti. «Siamo a meno di 145 miglia nautiche da Gaza», è l’ultimo avviso della Sumud sui suoi social. «Restiamo vigili, mentre entriamo nell’area in cui le precedenti flottiglie furono intercettate e/o attaccate», scrive la spedizione. «Proseguiamo la navigazione, senza venir scoraggiati dalle minacce e dalle tattiche intimidatorie israeliane», si aggiunge.
L’attacco alla Gsf
Alle 3.15 la fregata Alpino della Marina Militare italiana ha comunicato alle imbarcazioni che non proseguirà nella rotta. La decisione era stata ampiamente anticipata giù ieri pomeriggio. La fregata si è resa disponibile a recuperare eventuali membri degli equipaggi che avessero voluto essere trasferiti a bordo. Intanto la Gsf è entrata «nella zona ad alto rischio». «Siamo in stato di massima allerta. L’attività dei droni sulla flottiglia è in aumento. Diverse segnalazioni indicano diversi scenari che si potrebbero verificare nelle prossime ore», fanno sapere gli attivisti sul loro canale Telegram. Siamo nell’area «in cui le flottiglie precedenti sono state attaccate e/o intercettate. Rimanete vigili», aggiunge la spedizione.
Il jamming
«Siamo circa 130 miglia nautiche da Gaza, poco meno. Non arriveremo a Gaza ovviamente, siamo convinti che ci fermeranno prima. Poi se succede il miracolo, arriveremo domani pomeriggio più o meno. Rischio arresto? Non si tratterebbe di un arresto, ma di un rapimento, perché siamo in acque internazionali», dice in un collegamento con RaiNews24, l’attivista Maso Notarianni che è a bordo della Karma, imbarcazione Arci della Gsf.
Notarianni fa anche un breve resoconto delle ultime ore: «Abbiamo avuto un jamming, ovvero ci hanno interrotte le comunicazioni per più di mezz’ora. Alcune imbarcazioni, prima dell’alba, hanno circondato la nave ‘madre’ della Flotilla, Alma, ma non hanno ancora fatto l’abbordaggio. Dopodiché hanno bloccato le comunicazioni anche ad altre imbarcazioni, ovviamente c’è grande tensione tra tutti. Siamo stati fermi per una un’oretta quando sono accadute le intercettazioni, adesso siamo ripartiti».
Il comunicato
Questo è il comunicato delle 7 della Gsf: «Questa notte c’è stato un primo incontro con una nave della Marina israeliana che ha aggirato alcune delle imbarcazioni di testa per circa una 10 minuti, disturbando e disattivando da remoto tutti i sistemi di comunicazione. Son state necessarie manovre evasive per evitare delle collisioni. Dopo l’attacco intimidatorio all’Alma, la nave militare si è diretta verso Sirius, ed ha ripetuto lo stesso pattern. Ci sono state altre segnalazioni di imbarcazioni militari per tutta la notte, ma questo è stato il primo incontro ravvicinato. Continuiamo la navigazione, siamo a 133 miglia dalle coste di Gaza e ci aspettiamo, nelle prossime 4/5 ore di raggiungere il punto in cui precedentemente sono state intercettate Handala e Madleen».
Shayetet 13
Fonti militari di Tel Aviv temono scontri e un possibile incidente durante l’operazione che non si annuncia semplice visto il grande numero di barche coinvolte. All’azione partecipano anche gli incursori dell’unità speciale Shayetet 13, per la presa delle navi. Gli specialisti hanno istruzioni a non usare la ‘forza letale’, ma in una situazione così complicata le incognite sono tante. La Marina prevede di trasferire gli attivisti su una grande nave militare e di rimorchiare le imbarcazioni verso il porto di Ashdod, con la possibilità che alcune vengano affondate in mare.
Il presidio a Roma
Intanto a Roma il Global Movement to Gaza ha aperto una veglia in diretta dal presidio permanente di Usb nella Capitale, a piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, su cui ora c’è il cartello “Piazza Gaza”. La Flotilla sta compiendo l’ultimo tratto del suo viaggio verso Gaza, meno di 200 miglia la separano dalle coste palestinesi e il rischio di un’intercettazione illegale e illegittima di Israele questa notte si fa sempre più concreto. Vegliamo con loro e per loro tenendo tutti insieme gli occhi puntati su questa lunga notte. In collaborazione con il Presidio a Roma in Piazza dei 500, con il supporto del movimento degli studenti palestinesi e la rete antisionista», sottolineano sui social.
Lo sciopero generale
Ieri Cgil e Usb hanno annunciato che in caso di fermo della Flotilla proclameranno lo sciopero generale in tutta Italia. Il Viminale intanto fa sapere che è massima l’attenzione nella Capitale a eventuali proteste spontanee che potrebbero nascere nel caso di un eventuale attacco alla Flotilla. Sotto la lente gli ambienti più caldi, a partire dai movimenti studenteschi, come anche i canali social dove i gruppi potrebbero chiamare a raccolta per nuove proteste.